DI MEO
Uva: aglianico
Fermentazione e maturazione: legno
Fascia di prezzo: sui 40 euro al ristorante
Vista 5/5. Naso 25/30. Palato 25/30. Non Omologazione: 33/35
Ci sono grandi degustatori di rossi in Italia, ma quello di cui più mi fido, a dispetto del suo caratteraccio o forse proprio per questo, è Franco Ziliani. La sua propensione fisica ed emotiva al Barolo non ha radici regionali, come quella di tanti colleghi che comunque vada hanno il compasso piantato nelle Langhe sin dalla nascita. Lui ci è arrivato sul filo della esperienza, e lo usa come tema di paragone avendolo acquisito e metabolizzato. Infine, last but not least, è anche giornalista e riesce dunque a dare un inquadramento umanistico alla bottiglia, contesto dal quale molti esami autoptici dei vini ormai prescindono precipitando il lettore nella noia.
Ecco perché gli metto sempre sotto il naso il maggior numero di Taurasi possibile. La sua schiettezza di giudizio è un metro di misura preciso prima di decidere se essere o meno d’accordo con lui.
Il Taurasi 1997 di Di Meo che abbiamo provato all’Oasis di Vallesaccarda, uno degli archivi pubblici della viticoltura irpina insieme a Zi Pasqualina Valleverde, lo ha stupito e gli è piaciuto tantissimo.
Potremmo chiuderla qui, se non fosse che mi ritrovo sotto questa schedina appena accennata nel 2004, il blog aveva aperto da pochissimi giorni, era un sito senza commenti e molto statico. Bene, questo è stato uno dei primi vini segnalati a chi aveva iniziato a seguirmi.
Il motivo non è difficile da capire. Roberto Di Meo è uno che lavora molto seriamente il Taurasi, esce solo con la riserva e nelle annate che veramente strillano: pensate, lui è alla 2004. La 1997 ha in genere subito una stasi evolutiva che non riesco a decifrare fino in fondo: alla fine ha cacciato più ciccia del previsto e ha segnato più di ogni altra, proprio insieme alla 1998, l’idealtipo weberiano che tutti noi abbiamo quando usiamo l’espressione, un po’ spregiativa, “vino anni ’90”.
Il ’97 di Roberto si è nettamente smarcato da questa direzione, sempre di più nel corso degli anni è stato capace di rimandare alla mente l’atmosfera autunnale taurasina, con la cenere delle foglie cadute, le conserve di amarena, le note agrumate ben evolute, i sentori di tabacco, note terrose e di sottobosco. Il vino in questo momento ha la maturità fisica di un uomo con la stessa età: 14 anni. Il vero e proprio sviluppo fisico è alle porte, siamo pronti ad accoglierlo e a seguirlo.
Già, perché questo rosso vivrà almeno quanto un uomo.
Scheda del 24 gennaio 2004. Roberto Di Meo ha lavorato con passione a questo rosso per smentire la fama di “bianchista” che lo accompagna sin da quando lanciò il suo fiano aziendale con al sorella Erminia. Questo Taurasi è potente ma elegante, sicuramente complesso al naso, di buona struttura, lungo in bocca e noi lo abbiniamo ad un bel pecorino di Carmasciano, introvabile ma buonissimo. C’è sicuramente uno slancio verso la concentrazione, ma in questo caso l’Aglianico conserva tutta la sua capacità di conservare la tipicità, la discrezione di Roberto.
Sede a Salza Irpina, Contrada Coccovoni. Tel. 0825.981419. Sito: www.dimeo.it. Enologo: Roberto Di Meo. Ettari: 25 di proprietà. Bottiglie prodotte: 500.000. Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano di Avellino, Greco di Tufo, coda di volpe e falanghina.
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