Va bene, ogni tanto me la spasso. Come rifiutare l’invito dello splendido San Domenico Palace? Una struttura mozzafiato paragonabile solo al Cappucini di Amalfi e agli alberghi di Ravello per il connubio perfetto tra storia, arte, buon gusto, atmosfera d’antan in cui io, poco amante dei divertenti alberghi hi-tech che ho un po’ sulle palle, mi ci ficco come in una coperta quando fa freddo.
Una serata Michelin, in cui Andrea Zangerl di Casa Grugno, Massimo Mantarro di Principe Cerami e Piero D’Agostino de La Capinera si sono sfiziati con piatti pensati per l’evento.
Una occasione per rivedere alcuni amici, come Salvatore Geraci, Marisa Fumagalli, Davide De Corato che si è trasferito quasi tutta la settimana a Chiaromonte, proprio vicino Lorenzo Piccione di Pianogrillo, e conoscerne nuovi. Alé.
Piero D’Agostino apre le danze con la Passatina di zucchine spinose siciliane con finti ravioli di dentice, limone candito e polpa di ricci
Buon abbinamento orto/mare. Mancava forse di un po’ di spinta acida @@@
Nel bicchiere, magnum Steinbruck Cuvée Brut: fresco, tagliente, agrumato @@@
Andreas Zangerl si è espresso con Pasta al Pomodoro
Semplicità divertita con l’idea di scarpetta @@@
Nel bicchiere Bricout Cuvée Le Etoiles de la Gastronomie
Buona complessità, frutta fresca, pompelmo @@@
Massimo Mantarro ha presentato Cotto e crudo di pescato del giorno con macco di fave e arancia croccante
Il mio piatto della serata: complesso, divertente, sapori netti e distinti. Dentice per la precisione @@@@
Nel bicchiere Vielle France Albert Le Brun Cuvée Millesimé 2004
Il mio vino della serata, complesso, fresco, lunghissimo @@@@
Poi è stata la volta dei dolci
Piero ha presentato lo sformatino all’oro verde di Bronte con salsa ai pistilli di zafferano ennese e gelato alla cannella e mosto cotto
Un dolce circolare, aria pomeridiana di Sicilia. Da mangiare a secchi @@@
Nel bicchiere, Vielle France Albert Le Brun Cuvée Brut Rosé
Un po’ monocorde @@
Andreas ha presentato Cornucopia di ricotta fresca di Valdemone
Lo chef austrosiculo ha giocato la carta della semplicità. Qui il contrasto tra la ricotta e il sorbetto di agrume è irresistibile @@@@
In abbinamento lo Champagne rosé di prima
Chiude Massimo con la petit patisserie: cono croccante ai fichi d’India, zucca gialla candita alla vaniglia, pasta di mandorla al limone con cioccolato, marrone glassato all’anice stellato, gelatina di mandarino (excellent).
Cineserie siciliane, la gelatina non la posso descrivere @@@@
In abbinamento, il Moscato di Siracusa Orseoli: bella sorpresa, fuori dai canoni del dattero e del caramello. Fresco e austero. @@@@
Una serata giusta, non appesantita da troppe portate, in cui la nuova cucina siciliana mostra la sua ambizione. Un po’ di spirito di gruppo e il mondo sarà una tavola apparecchiata per questi chef.
La tratta aerea Etna-Vesuvio è suggestiva, ancestrale. Ma stavolta non avevo affatto fretta di rivedere il mio vulcano, coccolato, dai quadri, dai mobili del ‘700, dai damascati e dalle ceramiche del San Domenico: la mia proverbiale ansia è stata sconfitta.
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