Via Pordenone 7
Tel. 0434 627775
www.ristorante-mediterraneo.it
Aperto la sera
Chiuso lunedì
Ferie mai
Da 30 a 45 euro il pasto completo senza vino
di Tommaso Esposito
Poche case a Tamai.
Recenti.
L’edificio scolastico pare il più datato.
La chiesa è in stile, con il campanile alto come si conviene da queste parti.
Qui c’era la più antica latteria della provincia.
Ci mise gli occhi su Orlando Bortolami.
E oggi c’è Mediterraneo.
Radiosi e luminosi gli interni per le tinte chiare e i colori pastello dei decori.
Arredo etnico un po’ sardo, un po’ salentino, un po’ campano.
Anche un po’ greco.
Bello da vedere e da starci.
E bello da mangiare.
Si comincia con un calice di benvenuto.
Malvazija di Rojac. 2011.
Naturale. Dall’Istria Slovena.
Già una sorpresa. Piacevole.
Che s’accompagna ai pomodorini di Corbara con alici del Cantabrico e Olio.
Un po’ di pane integrale con germi di grano e orzo, grissini e tarallucci.
In stile e gusto pugliese.
Poi i friarielli puparulilli verdi di fiume irpini.
E la caciotta fresca di pecorino maremmano di transumanza con julienne di pomodori secchi cilentani.
Un trancio di focaccia con mozzarella di bufala dop affumicata e pomodorino del piennolo del Vesuvio.
Mamma mia pensavo di essere in Friuli.
E ci sono, ah ecco che avanza alla riscossa il Montasio: un boccone di sei mesi e un boccone di diciotto.
E fette di prosciutto di maiale cotto in casa da dieci e lode.
Tutto perfetto e di gran gusto.
Nulla sbagliato o in eccesso.
Equilibrio, sapore, bontà.
Stop.
Dunque Orlando Bortolami è il cuoco, ma anche il patron.
E’ stato tre anni a Torre del Saracino fianco a fianco con Gennaro.
Ora sta qua.
E’ fieramente friulano.
Ha il suo progetto di cucina.
Vivendo, dice, di emozioni.
Di contatti. Di ricerca.
Tra i piccoli e i grandi produttori del Sud, ma anche del Nord.
Tra i contadini, gli allevatori, i casari, i pastai, i pescatori.
Al mercato.
Questo è il suo Mare Magnum.
Il suo Mediterraneo raccoglitore di tutto ciò che è buono.
Senza scorciatoie o mezze misure.
Così è anche per la pizza che lui chiama spianata.
Un disco di pasta sottile e via sopra le stesse cose che trasforma in cucina.
Grande è il successo, ma non c’è il tempo per assaggiarla. Tornerò apposta.
Dunque riprendiamoci.
Con gli gnocchetti di patata al ragù di polpo.
Succulento e tuttavia lieve per la consistenza dello gnocco, quasi eterea.
Un ectoplasma goloso per il palato che porta in sé con la vellutata di basilico i profumi della liguria e delle coste sarde dove il polpo e ogni altro pesce viene pescato.
Poi si torna quaggiù con gli spaghettoni ai due pomodori e alici di Cetara.
Vesuvio e Pachino. Manca San Marzano.
In compenso c’è tutto il sapore della costiera.
Cremoso, voluttuoso al palato per gli amidi più buoni della pasta che catturano gli umori dell’acciuga e l’acqua del pomodoro. C’è l’origano fresco.
Gli scampi fritti così sono da provare.
Appena infarinati e lanciati nell’olio bollente.
Giungono scoppiettanti a tavola e racchiudono una carne tenace e gustosa.
Così pure zucchine e carote che l’accompagnano.
Poi l’arrivo del fine pasto.
Con un semifreddo di cioccolato bianco e lamponi.
Buono buono.
La Granita di menta e purea con bacche integre di mirtilli e semifreddo di cioccolato al latte.
Fresco per la piperita. Mammone giacché odoroso di puro cacao, di crudo latte e di panna.
Gaudente contrasto cromatico alla vista e tattile al palato.
Finalmente la versione mediterranea della Crema Catalana.
Una vaniglia e uno zucchero di canna profumatissimi.
Su un letto di sottili fette di pesca gialla caramellata e un gelato alla cannella.
Echi coloniali.
Solcano il grande mare valicando Leuca e giungono quassù.
Dove la tavola si colora di bianco e d’azzurro per i raggi del Sole.
“ Con le isole che stanno li’.
Le rocce e il mare….coi gabbiani.
Mediterraneo da vedere
con le arance.
Mediterraneo da mangiare.”
Mediterraneo.
Da non dimenticare.
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