di Pasquale Carlo
Talio non è di certo un nome di persona comune. Ma questo nome rappresenta le radici de La Vinicola del Titerno, storica realtà che opera nella amena frazione di Massa di Faicchio, nel cuore della terra sannita. La cantina vede al timone i fratelli Talio e Alfredo Di Leone. Talio e Alfredo sembravano nati per un destino diverso. Il primo, rimasto a Massa di Faicchio dopo la maturità tecnica per aiutare papà Angelo nell’azienda-cantina di famiglia; il secondo, dopo il liceo avviò il percorso formativo universitario all’ombra del Vesuvio, per intraprendere una vita lontana dal mondo del vino, così come aveva fatto il fratello maggiore Amedeo, che avviò un’attività commerciale nel settore edilizio che stava esplodendo grazie alla ricostruzione post terremoto del 1980. La strada di Talio e Alfredo si fa tutt’una nel 1982. Mentre l’Italia di Zoff e Scirea trionfava al Mondiale di Spagna, i due fratelli si trovarono davanti all’interrogativo di cosa fare dei terreni e dell’azienda di famiglia dopo la prematura scomparsa del papà.
Nacque così la Vinicola, che oggi si avvicina ai quarant’anni di attività, diventata in questi anni leader della produzione della storica Doc Solopaca, oggi una sottozona della Dop Sannio. Questo progetto in questi ultimi anni continua a sfornare novità, spronate dalla vulcanica Betty Colella, la moglie di Alfredo, e dalla nuova linfa che si appresta a prendere il timone dell’azienda: Giovanni, il figlio di Talio, già attivo da alcuni anni nella moderna struttura aziendale; Alessio, il primogenito di Alfredo e Betty, che ha iniziato a portare il suo contributo dopo il percorso formativo in Enologia e Viticoltura a San Michele all’Adige, e il fratello minore Davide. I tre ragazzi nel 2017 hanno dato vita alla società agricola Terre Di Leone, che cura e governa esclusivamente terreni e uve.
Intanto in cantina arrivano in bottiglia novità del calibro di ‘Talio’, un Sannio Dop Aglianico prodotto per la prima volta nella vendemmia 2015 e che si appresta a fare la sua comparsa sul mercato. Si tratta di un prodotto di punta, che giungerà sulle tavole solo nelle annate che meritano. Per quanto concerne la lavorazione, per questo Aglianico si utilizzano botti di grandi dimensioni, filosofia che non si è mai persa di vista nella struttura di Massa di Faicchio, neanche quando ha imperversato la moda delle barrique. Una lunga sosta in legno a cui fa seguito un periodo considerevole di affinamento in vetro. Sulle bottiglie è impressa una vite stilizzata con le sue radici, quelle radici che vogliono essere l’omaggio a Talio, per la sua vita spesa tutta nei confini dell’azienda di famiglia.
Si tratta sicuramente di un bell’omaggio. Il colore è di un rosso vivace e intenso, vivo, nessuna minima sgraffiatura aranciata. Al naso è varietale, non standardizzato: c’è ancora un piccolo ricordo dei frutti rossi, una bella sbuffata di vaniglia, ben avvertito pepe, incursioni di carrube e leggere note di terra bagnata. In bocca è subito caldo, corposo, non mostra mai le unghie, con il tannino che inizia ad avvertirsi piacevolmente solo dopo alcuni sorsi; buona la freschezza acida che accompagna lungamente e richiama il sorso. Degustato sulla salsiccia alla brace e caciocavallo, si è mostrato un valido compagno nella prima domenica trascorsa davanti al camino, con il Matese imbiancato dalla neve.
Sede a Massa di Faicchio – Via Iacovelli – Zona Pip – Tel. 0824.814380 Fax 0824.814060 – www.lavinicoladeltiterno – info@lavinicoladeltiterno.it – Enologo: Giuseppe Capo – Ettari: 6 di proprietà e 6 in fitto – Bottiglie: 2.500.000 circa
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