di Lello Tornatore – Tenuta Montelaura
Giovanni Mariconda, è doppiamente lupo: lupo irpino ma anche lupo di mare. Si, un fiero montanaro che messo nel cassetto il diploma di ragioniere si imbarca sulla Achille Lauro e lì inizia la sua carriera in cucina. Nel ’93, vive anche l’affondamento della famosa nave già al centro, nell’ ’85, del sequestro nel quale rimase vittima l’americano Klinghoffer, giustiziato dai terroristi. Uscito fortunosamente illeso da questa disavventura, Giovanni risolse che era meglio seguire il vecchio detto irpino, secondo il quale ” pe’ cielo e pe’ mare nun c’ stann’ tavern'”(per cielo e per mare non ci sono taverne).
Ed è per questo che, dopo aver consolidato la propria esperienza nel campo in diversi ristoranti in giro per l’Italia, sentì l’esigenza di crearsela tutta sua…”una taverna”. Nacque così, nel ’98, Taberna Vulgi, lì a S. Stefano del Sole, dove il lupo irpino ritorna alle antiche tradizioni enogastronomiche legate indissolubilmente alla terra .
” Non ho avuto difficoltà alcuna in questo passaggio- mi dice lo chef- perchè sin da piccolo aiutavo i miei gehitori in campagna, anche se allora non ne ero così orgoglioso come adesso, ma solo perchè dire alle ragazzine con le quali uscivo che lavoravo la terra a quei tempi non mi sembrava motivo di orgoglio”. Beh, l’orgoglio di avere uno stretto legame con i campi, e con la tradizione enogastronomica rurale, oggi gli si legge nettamente negli occhi!!! Soprattutto qundo ci parla dei formaggi, dei salumi e delle carni che egli stesso seleziona e in qualche caso produce pure, tutti rigorosamente dell’Irpinia. L’allegra serata nella quale siamo coinvolti, chiamata da Giovanni “Na…Tale Irpinia”, non a caso, perchè oltre all’occasione per un brindisi al con gli amici e colleghi di sempre, è proprio questo, cioè la volontà di accendere i riflettori su prodotti, produttori e ristoratori di questo territorio.
Naturalmente in primo piano i vini con i relativi produttori : Aglianico, Fiano e Greco a fiumi, in abbinamento alle numerosissime proposte gastronomiche dello chef Mariconda, ma anche degli amici presenti, quelli del “maccaturo”(simpatica usanza della domenica sera, istituzionalizzata da Raffaele Vitale di “Casa del Nonno 13″, Pasquale Torrente di ” Al Convento” di Cetara, Antonio Pisaniello di “La locanda di Bu” ed appunto di Giovanni Mariconda di “Taberna Vulgi”, per la quale, ogni chef porta qualche pietanza, avvolta nel maccaturo, una sorta di canovaccio, che si consuma. insieme ridendo e scherzando).
Non sono mancati i pregiati formaggi dell’Irpinia, quali il famoso Carmasciano dell’azienda Genua di Frigento, che si ottiene da latte di pecore che brucano l’erba della mefite, oppure il celeberrimo caciocavallo podolico degli allevatori del Terminio fratelli Agnes, e ancora le confetture dell’az. “Il Picchio” di Cesinali, l’olio di Ravece degli oleifici Fam, Sancomaio, Serpico e Setteventi, gli straordinari salumi di Mario Carrabs di Gesualdo, di cui ci ha appena parlato la nostra Monica Piscitelli, insomma un paradiso di eccellenze al quale, gli chef riunitisi ieri sera a S. Stefano del Sole, non sono disposti a rinunciare…anzi, “questi prodotti e chi li manipola, saranno oggetto – ha detto Pasquale Torrente- di promozione continua, lavorando in sinergia solo con chi vive sulla propria pelle le difficoltà del momento, e con quanti di essi sono appassionati sostenitori “. Il riferimento alle defaillances della politica in questo ruolo, non sono state nemmeno tanto velate, tanto quanto la determinazione di questi coraggiosi produttori e ristoratori ad uscire fuori uniti, tutti insieme, da un gravissimo momento di difficoltà che l’enogastronomia sta vivendo in questo periodo di crisi.
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