di Ugo Marchionne
In occasione degli eventi della Sicilian Fashion Week dell’ Hotel Romeo, in concomitanza con la presenza degli stilisti Domenico Dolce & Stefano Gabbana a Napoli, anche le proposte del Romeo Bar, si sono vestite delle tinte fashion e modaiole ispirate agli ingredienti e alla materia prima della Regione Sicilia. L’ affascinante edomae in rosa Mariko Watanabe e il sous-chef Mario De Prisco hanno proposto per la serata un nigiri omakase fuori menù, un percorso oltre la carta che dovete esigere se visitate il Romeo Hotel per il sushi. Un percorso fatto di pezzi nuovi, aggiunte e modifiche che lasciano il segno. Tempistica da calibrare e ritmo da centellinare in maniera leggermente migliore, ma sicuramente un viaggio nel sushi che vale la pena fare, al di là della pista battuta.
SICILIAN SABA: Il primo nigiri del percorso fuori carta è stato rappresentato da un saba nigiri, un nigiri di Sgombro, servito con zeste di limone siculo e cipollotto. Reinterpretazione 100% Made In Italy di un sushi tradizionale in Giappone, in cui lo sgombro è accompagnato dallo Yuzu, il noto agrume nipponico. Buono l’equilibrio di sapori, forse la nota acidula andava spinta di più, poichè l’oleosità dello sgombro resta marcata.
SABA IN PUREZZA: Assoluto di sgombro. Sicuramente ha il suo perchè. Qui la rotondità la fa da padrone. Lo sgombro ha una carnosità pronunciata. Decisamente un sushi per gli esperti e per gli “addetti ai lavori”
SICILIAN AMAEBI: Trionfo del Gambero Rosso di Mazara del Vallo. Mariko Watanabe ha preparato questo nigiri seguendo la tecnica che viene adoperata ad Hokkaido per il sashimi di Granchio. Al di sotto del crostaceo infatti ha posto una goccia del tamale presente nella testa. Una piacevole sorpresa al gusto.
BRANZINO: Nigiri di facile impatto, non sempre presente in carta al Romeo, ma sicuramente adatto ai meno avvezzi alla cucina e alla cultura giapponese del crudo.
ORATA: Consistente, carnosa, forse il riso si è dimostrato troppo cedevole ed al morso le due componenti sembravano disunite. Ottima la materia prima, giù di tono l’esecuzione.
CHUTORO: Tonno rosso siciliano. Sezione medio-grassa della ventresca. Crescendo di emozioni e sapori. Quando il maguro c’è in tutte e tre le sue declinazioni è possibile poterne apprezzare appieno tutte le varie nouance.
OTORO: Al Romeo il pezzo più pregiato, il gioiello della corona della selezione edomae di un percorso Omakase, difficilmente riesce ad essere reperibile. La tappa fuori carta però quando il sentiero è percorribile e la materia prima è in bella mostra, è d’ obbligo. Noblesse oblige. La rotondità regale del Toro ti avvolge, il filetto si scioglie in bocca come fosse burro. Lo senti letteralmente dissolversi al palato, riscaldato dalla temperatura corporea. Un nigiri da brividi, qui la ventresca di Tonno siciliano regna sovrana.
URAMAKI SABA: Il primo dei due Uramaki special vede protagonista ancora lo Sgombro. Abbinato ancora una volta al limone e a due piccoli spot di wasabi all’ interno. Una ripetizione forse non necessaria, ma il diverso formato e la presenza del sesamo esterno, insieme all’ alga nori, forse aggiungono una dimensione extra al complesso. Ben eseguito tecnicamente, compatto e unito l’insieme.
URAMAKI TAMAGO-EBI: Gambero Rosso di Mazara del Vallo crudo e frittata giapponese dolce. Olio di sesamo all’arancia e cipollotto interno. Finalmente un Uramaki mai visto prima all’ Hotel Romeo. Esecuzione tecnica esemplare. Domina la dolcezza, ben bilanciata dalle altre componenti. Unica nota a margine, troppo consistente la frittata, lievemente spugnosa; ha leggermente deprivato il gusto complessivo della dolcezza del gambero che doveva essere sicuramente la caratteristica distintiva di questo roll.
PETIT TARTARE DI ORATA: Orata, emulsione di wasabi e shiso rosso su cialda di pane. One bite intrigante. Intermezzo piacevole di un percorso caratterizzato sin dall’ inizio da sapori molto decisi.
PETIT TARTARE DI SALMONE: Salmone, gel di limone e menta, shiso su cialda di pane. Proprio buona. Sicuramente già visto questo tipo di sushi finger food al Romeo, in proposta aperitivo. Questa combinazione inedita però conferisce un’ identità diversa al salmone, oramai onnipresente in carta.
A fine percorso però, una svolta inaspettata. Un sentiero mai battuto prima che si è materializzato all’ improvviso. Il sous-chef Mario De Prisco ha giocato la carta Okonomiyaki. Un omaggio alle preferenze di Mariko Watanabe che vorrebbe proporre sempre questo piatto, come parte integrante del menù giapponese del Romeo. A metà fra un pancake e una pizza cotta sulla piastra detta Teppanyaki, questa pietanza è un piatto giovane, sicuramente strong e bello deciso. La versione giapponese di quel comfort food unto che amiamo tanto anche noi. Pastella e verdure, crostoso all’ esterno e morbido all’ interno, servito con maionese e glassa di soia. L’ effetto scenico è stato dato dalle sottili sfoglie di Katsuobushi, il tonno Bonito essiccato che si muovono ondeggiando al calore della pietanza, sospinti dal vapore. Un tocco di vivacità ad un piatto ruffiano che sicuramente può adattarsi bene alle preferenze di chiunque, soprattutto dei giovani. Un omaggio a Mario è d’ obbligo in questo caso. Domo Arigato Mario-San.
Il Romeo Sushi Bar, offre sempre qualcosa di inaspettato e mille spunti ed influenze. Forse non sempre riesce a fare centro, ma quando lo fa è un colpo ad effetto. Mariko Watanabe, il suo sorriso e la sua classe hanno sicuramente conquistato un posto nel cuore dei napoletani che come me amano il cibo giapponese.
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