di Enrico Malgi
Ormai è acclarato, il gusto dei consumatori attinente i vini rossi fermi di qualità col trascorrere del tempo è andato sempre più perfezionandosi. Si preferisce un vino morbido, approcciabile, immediato, elegante, abbinabile a molte portate di cibo e, soprattutto, poco tannico e magari anche colorato di una tonalità di rosso sfuggente e non troppo carica. Questo, se ci riflettiamo bene, è proprio l’identikit di un rosso francese che ha fatto la storia, il Pinot Noir
Ed in Italia? Anche noi non possiamo lamentarci, perché su questa falsariga possiamo contare su alcuni vitigni territoriali come la Schiava trentina, il Piedirosso campano, il Frappato siciliano, il Gaglioppo calabrese, la Lacrima di Morro d’Alba marchigiana, il Fumin valdostano, il Nerello Mascalese e Cappuccio della Sicilia, che per caratteristiche organolettiche si avvicinano abbastanza ad un Pinot Noir.
La mia attenzione nel frangente è rivolta al Nerello Mascalese allevato sulle pendici dell’Etna e da cui si ricava un vino straordinario come confermato dal mio recente riassaggio a distanza di due anni e mezzo dell’etichetta Sul Vulcano Etna Rosso Doc 2016 di Donnafugata.
Nel bicchiere scruto un bel colore rosso rubino screziato di lampi purpurei. Bouquet espansivo e ricco di gradevoli e variegati profumi di amarena, sottobosco, violetta, rosa canina, incenso e cera d’api, insieme a fragranze speziate. L’impatto del sorso sulla lingua è giustamente fresco, morbido, fruttato, minerale, armonico, rotondo, aristocratico, elegante e dinamico. Tannini affusolati. Gusto equilibrato, fine e sontuoso, che anticipa un finale persistentemente edonistico.
Scheda del 23.02.2019
Sul Vulcano Etna Rosso Doc 2016. Solo Nerello Mascalese allevato sul versante nord dell’Etna tra Randazzo e Passopisciaro intorno ai 750 metri di altitudine. Raccolta delle uve tra metà e fine ottobre. Maturazione ed affinamento parte in acciaio e l’altra parte in barriques di rovere francese di secondo e terzo passaggio. Sette i mesi di elevazione in vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 20,00 euro.
Ecco qui un altro vino che mi piace enormemente come il Cerasuolo di Vittoria e col quale condivide molte cose. A cominciare dal colore ugualmente rosso scarico e brillante rubino-purpureo, per la latitanza di polifenoli e di antociani. Pot pourri ricco di un’intensa freschezza aromatica, che subito esibisce al naso nuances fruttate di marasca, di prugna, di fragoline di bosco e di ribes. Sfacciati i sentori di viola, rosa, felce, eucalipto, corbezzolo e tamarindo. Parziali i sussurri speziati di pepe nero, vaniglia, cannella e chiodi di garofano, per la presenza dell’eugenolo. Sentori tipicamente sulfurei. L’impatto del sorso sulla lingua dona una verve di freschezza, morbidezza, finezza ed eleganza. Gusto verticale e coinvolgente. Tessitura tannica ben rifinita. Palato aristocratico, dinamico e nitidamente raffinato. Retroaroma tonico e pervasivo. Abbinamento trasversale su piatti di terra e di mare.
Azienda Donnafugata
Sede a Marsala (Tp) – Via Sebastiano Lipari, 18
Tel. 0923 724258 – 724200 – Fax 0923 721130
info@donnafugata.it – www.donnafugata.it
Enologo/Agronomo: Antonio Rallo e Antonino Santoro
Con la consulenza di Stefano Valla
Ettari vitati: 405 – Bottiglie prodotte: 2.500.000
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