di Fabrizio Scarpato
Deve esserci una qualche forma di religione pagana nella consuetudine di presentare paste, fritture e pietanze sotto forma di piramide, per sovrapposizione, come antiche ziggurat sumere, presumibile ringraziamento agli dei dell’abbondanza. E all’Osteria del Mare tutto è abbondante: i piatti, il pesce, la gente, le voci, la cantina, le sale, le verande, per certi versi anche il conto… Scarseggiano i sorrisi, tranne qualche giovane e lodevole cameriera. Anche questa vaporata è pantagruelica, ricca e decisamente buona: ti aspetti una salsa o una maionese in appoggio, invece resti sorpreso da un letto di verdure di grande qualità ( ah gli anni ottanta… che qui tra parentesi sembra non siano mai passati eternizzandosi fino al midollo), una misticanza, di morso e consistenza croccante, verosimilmente provenienti dall’azienda agricola di proprietà. E alla fine abbonda anche una certa soddisfazione