L’indirizzo è già ben conosciuto da chi segue Antonio Pisaniello sin da quando ha mosso i suoi primi passi. Come noi. E’ quello del Gastronomo a Ponteromito, frazione divisa a metà da un ponte tra il comune di Nusco e quello di Montemarano. Lì enneanni fa provai il suo spaghetto con la zucca.
Ora la locanda di famiglia è stata chiusa, dalle sue ceneri stasera nasce Trattovia Il Gastronomo.
Ci siamo affacciati di pomeriggio per vedere lo stato delle cose e trascorrere un po’ di ore insieme. Ci è sempre piaciuto stare in Irpinia mentre la gente assatanata è bloccata in auto sulle strade costiere. Tonino ha iniziato a lavorare giovanissimo: prima faceva panini, poi l’avventura del Gastronomo nel 1996, infine la Locanda di Bu aperta nel 2004 insieme alla moglie Jenny Auriemma, bravissima sommelier, che gli ha consentito di ottenere la stella Michelin e la notorietà.
Una esperienza in Russia, ma anche tanta voglia di costruire in Irpinia, la sua terra che riesce ad esprimere nei piatti con semplicità e divertimento.
Così eccoci di nuovo in un momento di snodo cruciale della vita di Antonio. Stasera inaugura la Trattovia, i lavori sono stati seguiti dal cervellotico Raffaele Vitale, bravo architetto del gusto nel senso letterale del termine. Insieme fanno spesso quello che chiamano “Maccaturo”, termine dialettale in uso tra Sannio, Irpinia e Salernitano con il quale si indica il fazzoletto. Nel fazzoletto, terminato il lavoro la domenica, ci si mettono gli avanzi per ritrovarsi a casa di qualcuno e mangiare insieme.
I lavori di inaugurazione sono davvero alle ultime battute. Cosa è trattovia? Molto semplice: un posto dove si mangia un piatto, un panino, una pizza, un dolce. Veloce e low cost, tra i dieci e i venti euro. Una ristorazione Pop nel cuore dei boschi dell’Irpinia, alle falde del Terminio. Qui sarà sempre aperto, mattina e sera, e si potranno trovare i piatti della tradizione, ghiottonerie, prodotti, un po’ di Aglianico.
Ma non è tutto. Con Tonino andiamo a dare uno sguardo alla proprietà vicino la Trattovia: circa dieci ettari sul crinale di una collina dove si producono olio, ortaggi e frutta. Qui si tocca con mano la rivoluzione rurale irpina: di fronte abbiamo la collina vitata ad Aglianico. Appena dieci anni fa erano terreni abbandonati. Anche questo bisogna considerare quando si gira per ristoranti e si provano i vini: l’enorme sforzo fatto da questa generazione per invertire la decadenza del Sud iniziata con la conquista, un destino apparentemente inesorabile a cui si è pensato di porre rimedio, malamente, dopo il terremoto con le fabriche costruite con i soldi pubblici e divenute occasioni di rapina o, nella migliore delle ipotesi, una sorta di cattedrali nel deserto.
Il territorio è ricco d’acqua. Il massiccio del Terminio è una rocca naturale, fu l’Afghanistan per i romani che non riuscirono mai a domare queste popolazioni, è anche una enorme ampolla d’acqua che disseta la Puglia, la Piana del Sele, salerno, la Costiera Amalfitana, l’Agro Nocerino Sarnese e persino parte di Napoli.
Dopo le sorgenti d’acqua purissima, tocca al pane. Accompagnamo Tonino da una signora che lo fa in casa con forno a legna. Il profumo invade la nostra auto e ne usciamo strafatti quando parcheggiamo a Nusco.
Il pomeriggio termina con una jam session di Tonino alla Locanda. Con l’apertura di Trattovia Il Gastronomo, Bu a Nusco sarà aperta solo la sera dal giovedì al sabato. La domenica ovviamente a pranzo. Anche qui una novità: da maggio anche l’immobile è diventato di proprietà di Jenny e Tonino.
Tonino non è più l’enfant prodige della ristorazione campana: con i suoi 42 anni ormai è entrato nella maturità. Una esperienza di venti anni di lavoro alle spalle che gli serve per rilanciare e per consolidare i sacrifici e l’entusiasmo.
Oggi è sant’Antonio. Quale migliore giorno per inaugurare la sua Trattovia?
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