Stanko Radikon è scomparso. Conosciuto nel mondo vitivinicolo grazie ai sui macerati estremi su cui si fondò prima l’amicizia e poi il dualismo con Gravner, ha sicuramente contribuito a rafforzare l’idea rurale del vino.
“Quasi un neo paganesimo – ci dice Daniele Cernilli – sul rapporto tra l’acino, il grappolo e il risultato in bottiglia ottenuto con le anfore. Uno stile forte, un carattere difficile, ma sicuramente uno dei più grandi viticoltori italiani di sempre”.
Il suo esordio, e la sua fama, ce lo ricorda proprio Daniele, è però con i rossi. I suoi Merlot 1988 e 1990 dimostrarono che in Friuli era possibile anche fare grandi vini da uva a bacca rossa ottenendo il plauso della critica italiana e mondiale.
I suoi vini bianchi hanno uno stile inconfondibile e ben si fondono, paradossalmente, con la cucina di ricerca a cui tanti giovani cuochi stanno approdando.
L’Italia perde un grande personaggio, l’Edoardo Valentini del Nord. Ma i suoi vini resteranno, siatene certi, sinché berremo.
Dai un'occhiata anche a:
- One Night in London: Francesco Martucci e Diego Vitagliano insieme a Londra per beneficenza
- VitignoItalia 2024 , il programma completo degli incontri e delle masterclass
- Oliver Glowig alla guida del Savoy e del ristorante 2 stelle Michelin Tre Olivi a Paestum
- Addio a Sergio Miccu, presidente dell’Associazione Pizzajuoli Napoletani
- Lunedì 14 ottobre A ‘mmasciata a San Marco Argentano. Calici & Spicchi, le pizze di Luca Tudda e i vini selezionati da Antonella Amodio
- Salvatore Bianco lascia il Romeo e va all’Hotel Eden di Roma
- Salvatore Lioniello e Locura: una partnership che rivoluziona la pizza a San Giuseppe Vesuviano
- Camorra, arrestato Massimiliano Di Caprio della storica Pizzeria Dal Presidente