Squasaria a Montecorice
Via Duca degli Abruzzi
331.2193249
Sempre aperto
di Marco Contursi
Si sta bene da Squasaria. Tanto bene.
Piccola locanda di charme, sulla collina che sovrasta Montecorice, in Cilento.
E se un aperitivo fugace, diventa prima cena e poi liquore, meringhe e chiacchierata notturna, vuol dire che è un posto in cui ritornare. Magari in buona compagnia. La mia compagnia è Buono, ma di nome non di fatto, perché Yuri (Buono è il suo cognome) è amico di tante cene, colto e simpatico, ma per una serata romantica non va affatto bene. Pazienza, in fondo mi ha fatto scoprire lui questo posto, che invece romantico lo è per davvero: un casale circondato da ulivi, con lo sguardo che volge alle colline che si perdono nel mare, tra i più belli d’Italia.
E’ il casale dei nonni di Gianlorenzo Scola, 40enne dallo sguardo sveglio e dal sorriso birbante, con un animus di campatore, in cui mi ci rivedo molto. D’altronde nelle sue vene scorre sia sangue cilentano che della costiera amalfitana, non poteva essere altrimenti.
Ha aperto l’anno scorso i battenti, ma per pochi giorni. La vera sfida parte adesso e sembra, dalle prime battute che la stia vincendo.
Merito, del posto, merito del suo essere affabile, ma merito soprattutto di una cucina dai sapori puliti e mai banali.
Materia prima ittica, locale, di assoluta eccellenza, che Gianlorenzo sceglie quotidianamente da pescatori amici, e non è una frase fatta, ma lo trovi davvero giù al porto ad aspettare le paranze.
Ma la materia prima non basta, ci vuole chi la sa trasformare e qui Gianlorenzo è stato davvero fortunato, perché ha trovato Lei.
Desirèe Schiavo, di Agnone. Giovanissima, ma soprattutto Bravissima.
Esagero? Giammai!! Ha solo 22 anni, un sorriso che incanta, ma soprattutto una capacità sorprendente di esaltare l’ottima materia primacon preparazioni dai sapori netti e puliti.
E tanta tanta voglia di lavorare. Nella bella cucina a vista, non sta ferma un attimo, pulisce, taglia, sfiletta, impiatta senza sosta, fermandosi solo se si sente osservata.
Porta pazienza Desirèe, essere ammirati è il destino di noi belli…
Il mio consiglio? In estate qui, in inverno in qualche locale stellato per apprendere nuove tecniche e abbinamenti. E poi di nuovo qui, sennò io e Yuri poi dove andiamo a cenare?
Cosa si mangia a Squasaria di Montecorice
Dunque, ero venuto per un semplice aperitivo, e quindi calice di XA, il fiano, Bruno de Conciliis, camomilla e macchia mediterranea, e per “spullichiare” tante tante tapas, di mare. Ma qui ogni sera c’è un menu fisso, che cambia sempre, dall’antipasto al dolce e costa 40 euro. Chiami e te lo dicono per telefono o per messaggio e qualche piccola variazione è consentita in caso di allergie e ingredienti non graditi.
Il vino lo si sceglie a scaffale e c’è da divertirsi. Io rafforzerei la presenza cilentana e Gianlorenzo mi ha garantito che a brevissimo lo farà, appena trova il tempo di farsi un giro tra i tanti produttori locali che lui già conosce.
Tapas dicevo, Cernia, Lampuga, Ricciola, crude con una stilla di olio (buono) e qualche schizzo di maionese, al sedano, o al basilico. Pur non essendo un fan sfegatato del cibo crudo, ho gradito molto, segno inequivocabile di una materia prima da urlo, trattata con garbo muliebre, benchè ancora acerbo.
Ma il gambero rosso locale è qualcosa di assurdo, succhi la testa e bevi il mare. Con una elegante nota tartufata, segno certo di freschezza e bontà del crostaceo. Nel frattempo, la luce cede il passo alle tenebre di una notte senza luna.
Il paese sottostante risplende, nel mio calice, di cento lanterne, dalla luce calda e rassicurante.
Un ultimo scampo, appena scottato, su un letto di sedano a profumare e un morso di focaccia con crema di pecorino e fico sciroppato.
Che buona, soffice e gustosa, me ne faccio portare qualche pezzo assoluto, da utilizzare per fare a scarpetta nel piatto di spaghetti con alici e finocchietto selvatico, davvero squisiti.
E’ brava Desirèè.
Infatti questo piatto non era in menù stasera, ma a me piace sfidare e a lei accettare le sfide. E vincerle.
Scarpetto senza ritegno con la focaccia, piatto pulito e passo al dolce. Un cremoso al caramello e noccioline salate. Magari ci avrei messo giusto un fiocco di sale in meno. Ma la mano felice c’è pure qui, e lo spazzolo tutto con soddisfazione.
Ormai è notte, il silenzio, le luci, gli ulivi, il frinire delle cicale, quattro chiacchiere, un goccio di mirto e due meringhe.
La Pace.
La felicità si assapora a piccoli morsi, fugaci attimi che già sappiamo brevi e perciò preziosi.
Io qui sono stato felice.
Ci tornerò. E’ cosi raro trovare posti dove esserlo.
p.s. cosa significa Squasaria? Venite e chiedete a Gianlorenzo….me l’ haspiegato tre volte ma neanche l’ho capito…eppoi Yuri fa troppi squasi.
Squasaria a Montecorice
Via Duca degli Abruzzi
331.2193249
Sempre aperto
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