di Francesca Pace
Quando si pensa alle bollicine, la mente va subito a focalizzare quella parte del Nord Italia che spumantizza in modo eccellente: Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, per citarne alcuni.
C’è un Sud che spinge e spinge forte però.
Spumanti dell’Etna 2023 è stata un’occasione importante per ribadire questo concetto.
Grazie ai terreni vulcani, a vitigni autoctoni, vignaioli intraprendenti e cantine che stanno facendo un ottimo lavoro di comunicazione, gli spumanti di questa zona si stanno affermando sempre di più.
La finalità di questo evento è stata portare all’attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati le realtà che stanno operando in questa direzione.
È stato molto interessante fare la conoscenza di alcune di queste realtà che hanno dato piacevoli emozioni.
Il metodo classico (gli spumanti proposti fanno sosta sui lieviti per un periodo che va dai 16 ai 120 mesi) l’ha fatta da padrone e il calice risultante è davvero sorprendente.
Negli ultimi 5 anni i produttori dell’Etna Doc si stanno impegnando con coraggio e vigore anche alla produzione dello Spumante metodo classico etneo e ciò è reso possibile proprio grazie alla congiunzione di terreno vulcanico, clima e vitigni in particolar modo Nerello Mascalese: ciò che si ottiene è uno spumante elegante, con una bella spalla acida e ottimi profumi.
Durante la tre giorni si è discusso molto sulla valorizzazione del territorio e dei prodotti. L’Etna, la Madre, è fondamentale per imprimere il carattere giusto a questo tipo di bollicine.
Non sono mancati i momenti di confronto: a Palazzo Platamone è andato in scena il seminario dal titolo “ Etna, marchio di eccellenza. Come gli spumanti valorizzano il territorio?”
Alla presenza di istituzioni regionali e locali, assieme al Consorzio di tutela dei vini Etna DOC, a La Strada del vino e dei sapori dell’Etna, si è discusso di quanto sia fondamentale trovare una via univoca per la valorizzazione degli spumanti.
Luca Sammartino, Assessore all’Agricoltura dello sviluppi rurale e della pesca mediterranea della Regione Siciliana, fa notare che le produzioni vitivinicole dell’Etna finalmente stanno brillando di luce propria ottenendo numerosi consensi e riscuotendo successi ovunque.
La Sicilia non è dunque solo bella da vedere, ma è straordinaria da gustare e bere.
Sul Vulcano più alto di Europa ci sono molte realtà che stanno facendo tanto per il territorio e le basi per far diventare Catania Città del Vino, ci sono tutte.
L’evento poi ha fatto toccare con mano la bellezza di palazzi storici (Palazzo Biscari è considerato uno dei più bei palazzi di arte barocca italiani) e vigne con scorci magnifici. Un’immersione a 360° in una realtà che deve essere portata alla conoscenza di quante più persone possibili per la sua magnificenza. Come dice Francesco Chittari, Presidente dell’Associazione Spumanti dell’Etna, il racconto del territorio e delle sue potenzialità passa proprio da qui.
Negli ultimi 5 anni i produttori dell’Etna Doc si stanno impegnando con coraggio e vigore anche alla produzione dello Spumante metodo classico etneo e ciò è reso possibile proprio grazie alla congiunzione di terreno vulcanico, clima e vitigni.
Le previsioni per il futuro sono decisamente positive (anche la risposta estera è in crescita ) e lo saranno ancor di più grazie all’introduzione nel disciplinare di produzione Etna Doc della produzione di spumante da uve carricante, oltre la produzione già introdotta nelle versioni “vinificato in bianco” e “rosato”, da uve di Nerello Mascalese.
Durante le masterclass si è avuto modo di capire quanto sia impattante il terroir.
Proposte sottoforma di blind test è stato chiesto ai presenti di riconoscere gli spumanti che non appartenevano alla zona dell’Etna. Differenze nette e divertimento puro.
Cantine Murgo, Tenute Mannino e Cantine Nicosia, incantevoli tutte, sono state palcoscenico delle degustazioni. Hanno sì proposto i propri prodotti ma hanno dato anche possibilità ai colleghi etnei di farsi conoscere.
Le storie dei vignaioli sono sempre molto affascinanti, e la conoscenza e il sapere condiviso ha aumentato il valore degli stessi.
Bellissima è per esempio la storia degli spumanti Al Cantàra, azienda vinicola creata nel 2005 da Pucci Giuffrida, che con passione produce le sue bottiglie che vantano etichette poetiche. Ognuna di esse manifesta una illustrazione particolare nasconde una poesia, alcune delle quali declinate dallo stesso Giuffrida.
Gran finale allo Spazio Sal, dove gli chef hanno dato vita ad abbinamenti cibo-bollicine molto intriganti, sfruttando al massimo quelle che sono le eccellenze siciliane.
La cultura enogastronomici passa anche da qui e la Sicilia è un narratore d’eccezione.
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