Antonio e Roberta Stelzer e 12 ettari di vigneti dipinti sulle colline di Martignano hanno voluto festeggiare i 25 anni della loro unione.
Lo hanno fatto con le figlie Alessandra e Maddalena e con gli amici più cari che si sono “abbandonati” ad una bellissima festa durata due giorni.
La loro azienda agricola è nata nel 1990, prima ancora che nascessero le figlie, frutto di un amore sbocciato per caso sulle coste della Croazia diversi anni prima.
Antonio e Roberta decidono di dedicarsi al metodo classico qualche anno prima del riconoscimento ufficiale della DOC Trento (arrivato nel 1993) e parecchi anni prima della creazione del marchio territoriale collettivo Trentodoc, ufficializzata nel 2007.
La gamma dei vini di Maso Martis, biologicamente certificata nel 2013, offre un panorama completo delle tipologie di spumante di alta qualità con una produzione di 45.000 bottiglie fra le quali, oltre al Dosaggio Zero e al Brut, spiccano, per acclarata qualità, la Riserva e la cuvée Madame Martis.
Le uve più utilizzate nell’assemblaggio sono Chardonnay e Pinot Nero, senza dimenticare però quella piccola porzione di Pinot Meunier che, devo dirlo in tutta onestà, mi ha fortemente colpita al momento dell’apertura della festa perché l’enologo di casa Stelzer, Matteo Ferrari (“nomen omen”), ha voluto offrirlo come vino di benvenuto.
Non ho mai bevuto spumanti italiani fatti con Pinot Meunier in purezza e questa occasione si è rivelata una ghiotta opportunità per un’amante delle bollicine come me.
Di questo però ne parlerò alla fine.
Prima vorrei trasportarvi all’interno di una magnifica festa dove ogni componente della famiglia ha avuto un ruolo ben preciso.
Antonio, con l’amica e docente Slow Food, Aurora Endrici, ci ha regalato due bellissime degustazioni dei vini di Maso Martis, andando a scomodare per l’evento anche il Moscato Rosa, prodotto in pochissime bottiglie, insieme al Maso Martis Riserva 2007 (vino straordinariamente equilibrato ed elegante e servito in magnum) e a Madame Martis 2005 (vino deciso e potente nella sua assoluta freschezza).
Alessandra ha allestito una suggestiva mostra fotografica in cui, attraverso le immagini, ha raccontato 25 anni di storia di Maso Martis, Maddalena ha creato un percorso sensoriale in vigna con una bellissima sosta alla sorgente naturale nel mezzo delle vigne, Cristiano Tomei, chef stellato e indomabile de L’Imbuto di Lucca, ci ha letteralmente preso per la gola con i suoi golosissimi piatti in una cena organizzata per il sabato sera e ambientata proprio in fondo alle vigne, su un tavolo lunghissimo dove sono state almeno 90 persone, Roberta ha supervisionato lo scandire dei vari momenti assicurandosi che tutto filasse alla perfezione.
Percorso liscio come l’olio e frizzante come una Madame Martis!
Ogni portata ha avuto il suo matrimonio con una bollicina diversa, e l’unione è stata sancita dal plauso generale degli invitati che hanno reso onore alla festa lasciando innumerevoli cadaveri di bottiglie come lo strascico di un abito da sposa!
Notte passata d’incanto a Villa Madruzzo, antica dimora della dinastia dei Madruzzo risalente al XVI secolo.
Nel 2011 è stata costruita la nuova ala, tutta legno e acciaio, dotata di una SpA molto confortevole e di camere con balconi che si affacciano direttamente sulla Val d’Adige.
Ci si rigenera perché il giorno dopo, la domenica, si ritorna al Maso e questa volta si fa sul serio.
Cestini e coperte alla mano si parte per il pic-nic nelle vigne.
Il cestino ridonda di bollicine, servite già fresche nel morbido secchiello per il ghiaccio, e di piatti della tradizione locale a chilometro zero prodotti dai Ristoranti della zona.
La giornata è aperta a tutti, a quelli che vogliono partecipare ad una festa godendone fino alla fine, a quelli che vogliono ascoltare un po’ di musica alternativa (il gruppo folcloristico musicale Die Schweinhaxen suonava a tutto spiano), a quelli che vogliono visitare la cantina di Maso Martis, o semplicemente a chi vuole gioire di una passeggiata in vigna.
Perché l’Amore e la Passione non hanno preclusioni o pregiudizi e se sono i pilastri di 25 anni di vita insieme il risultato non potrà essere che un vino eccellente.
Ma parliamo un pochino del Pinot Meunier 2010 servito per l’occasione.
Prima di tutto un accenno sull’uva.
E’ un vitigno a bacca nera che viene menzionato per la prima volga in Champagne verso il 1670 e comincia ad essere coltivato dai vignerons della Marna agli inizi del 1800.
Considerato da sempre come uva di “completamento”, negli ultimi anni ha cominciato ad ottenere una posizione di merito se coltivato e vinificato con attenzione.
Il Pinot Meunier (letteralmente mugnaio perché ricoperto le foglie sono ricoperte da tomento, una peluria bianca e fitta a tal punto da sembrare farina) germoglia più tardi rispetto al Pinot Nero risultando quindi più resistente alle gelate primaverili e, per contro, matura prima del Pinot Nero accumulando zucchero molto più rapidamente e portando con sé molta più ricchezza di frutto.
Non è un vitigno da grande invecchiamento se usato in purezza (pur tuttavia essendoci le dovute eccezioni).
E’ delicato, a volte più del Pinot Nero, avendo un grappolo chiuso e compatto che, se attaccato dall’umidità della pioggia ristagnante, può portare spesso a diverse malattie così come alla muffa grigia.
Se però viene usato insieme agli altri vitigni, come succede con Madame Martis ad esempio, serve come ago della bilancia a Chardonnay e Pinot Nero. Un ruolo importantissimo (confermato anche dalla celebre Maison Krug che per fare il suo capolavoro, la Grande Cuvée, cerca in maniera ossessiva una qualità eccezionale nel Pinot Meunier.
Il Pinot Meunier 2010 di Maso Martis è straordinariamente fresco, bilanciato ed elegante.
Colore che vira verso il buccia di cipolla, profumi delicati e gentili di frutta rossa, un piccolo accenno di melograno, bocca compatta e precisa, non c’è una sbavatura.
La piacevolezza di beva è quasi palpabile, così come la croccantezza del frutto nel bicchiere, ma senza esagerare, con quel garbo, sottile a tratti, irriverente a sorsi.
Ci si gioca con queste bollicine, e lo si fa volentieri perché un bicchiere non basta, e non basta nemmeno il secondo.
Tante volte ci facciamo troppi pensieri davanti ad un bicchiere di vino dimenticandoci che il primo segno della sua bontà è la “leggerezza” con cui lo beviamo e la facilità con cui finiamo la bottiglia.
L’unico grande rammarico?
Che Maso Martis non metterà in commercio il Pinot Meunier.
Però su questo ci sto lavorando.
Antonio, Roberta e Matteo: siate avvisati!
Maso Martis Azienda Agricola Biologica è a Martignano (Trento) in Via dell’Albera, 52 Tel. 0461.821057 Fax. 0461.426773 info@masomartis.it www.masomartis.it
Dai un'occhiata anche a:
- Cantina Boccella Rosa a Montemarano
- Cantina San Giovanni a Doglie a Montemarano
- La vendemmia a Capri di Raffaele Pagano (Joaquin)
- I vini di Adelina Molettieri a Montemarano
- Rioja: presente, passato e futuro di una delle denominazioni più importanti al mondo – parte 1
- Cantina Alabastra a Cesinali di Lucia Pintore e Angelo Valentino
- Valpolicella: l’identità territoriale dei vini Farina si consolida attraverso sperimentazione e sostenibilità
- Cantina 2 Vite a Taurasi di Vincenzo Mercurio e Giancarlo Moschetti