MICHELE CALO’ E FIGLI
Uva: negroamaro
Fascia di prezzo: 20-25 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 26/30 – PALATO 26/30 – NON OMOLOGAZIONE 28/35
“…Tra i francesi che si incazzano…” cantava negli anni Novanta Paolo Conte nel brano intitolato “Bartali”. Ed è proprio vero che i viticoltori transalpini, per tutt’altro motivo, si arrabbiavano di brutto ogniqualvolta arrivava nel porto di Sète una nave-cisterna stracolma di vino proveniente dal sud Italia. Spesso l’assaltavano e distruggevano il prezioso carico, perché non volevano assolutamente che il vino straniero andasse a soppiantare quello locale. Ed invece questo vino rosso, connotato da un alto tenore alcolico, molto tannico e “tosto”, era proprio l’ideale per sostenere ed aiutare i vini “anemici” prodotti nel nord Italia ed in Francia, appunto. Una delle regioni meridionali che si era specializzata in questo era la Puglia, dove allora la viticoltura era considerata subalterna e di scarsa qualità. Come accadeva in tutto il Mezzogiorno, si cercava di produrre più vino che si poteva, soprattutto rosso, per poi venderlo tutto ed ammortizzare così le ingenti spese commerciali. Non si badava affatto alla qualità, non si seguivano particolari norme, regole o disciplinari, bisognava soltanto produrre di più, vendere dappertutto e basta.
Ora per fortuna, a distanza di anni, le cose sono notevolmente cambiate, perché abbiamo assistito ad una decisa sterzata verso la produzione di vini di qualità, tanto è vero che si parla della viticoltura meridionale, e di quella pugliese in particolare, come della nuova frontiera vitivinicola italiana. Sono stati fatti grossi investimenti sulla tecnologia, sia in cantina e sia in vigna, sono maturate nuove conoscenze e si è incrementata la formazione professionale. Tutto questo ha determinato un sensibile miglioramento qualitativo del prodotto finale, che adesso è molto più apprezzato dai consumatori. Le stesse guide specializzate hanno cominciato finalmente a guardare con occhio più benevole al territorio meridionale, premiando le molteplici eccellenze.
La Puglia, quindi, è diventata il vero paradigma. Qui sembra che le storie che riguardano la viticoltura ci somiglino tutte, hanno più o meno la stessa matrice. Non fa eccezione in tutto questo l’azienda vinicola Michele Calò di Tuglie, in provincia di Lecce, ai piedi delle Murge. Anche questa maison, infatti, ha radici antiche, che si sono diramate nel tempo, espandendosi a dismisura. Qui si è cercato di fare tesoro di queste esperienze e ci si è sempre dedicati con passione ed immenso amore alla valorizzazione della viticoltura territoriale. Oggi sono i figli di Michele, Fernando e Giovanni, a portare avanti l’attività aziendale con la stessa determinazione, caparbietà e capacità trasmesse dal loro padre ed i risultati conseguiti sono molto interessanti. La produzione è abbastanza ampia e qualificata. Una buona fetta di essa prende la via di Paesi esteri, come gli Stati Uniti, il Canada, la Svizzera, l’Austria, il Belgio, il Lussemburgo, l’Olanda e la Malesia.
Un vino in particolare mi ha intrigato molto, per cui ho deciso di porre l’attenzione proprio su questo: Spano 2007, Negroamaro in purezza, prodotto esclusivamente nelle annate più favorevoli. L’uva è stata colta sulla pianta leggermente surmatura. Dopo la canonica fermentazione, l’affinamento prevede due momenti separati, con il 50% in acciaio e l’altra metà in piccoli carati di rovere per circa un anno. Solo dopo questo tempo avviene l’assemblaggio e, dopo un periodo di riposo, si procede poi all’elevazione del vino in bottiglia per un ulteriore anno. Il colore che si coglie nel bicchiere è già indice di qualità e prodromo ad estasiate sensazioni: rosso rubino intenso e limpido, con spiccate e lampeggianti sfumature granate sull’unghia. Il profilo aromatico è ampio e coinvolgente, tanto da spaziare con nonchalance dai profumi che richiamano la frutta rossa matura, come le ciliegie e le prugne, a quelle di intense note speziate e terrose. In bocca è espansivo, profondo, e morbido, con i tannini già belli sfumati e con uno sviluppo retronasale lungo, succoso e ancora gradevolmente speziato. Lo vedo bene abbinato a piatti della tradizione pugliese e/o a carne alla griglia, semplici costine di maiale e formaggi di media stagionatura. Provate!
Enrico Malgi
Sede a Tuglie (LE) – Via Masseria Vecchia, 1 – Tel. 0833 596242 – Fax 02 90376738 – michelecalo@michelecalo.it – Enologo: Beppe Bassi – Ettari di proprietà: 1,3 + 25 in affitto. Bottiglie prodotte: 120.000 – Vitigni: Negroamaro, Primitivo, Malvasia Nera, Verdeca, Moscato Reale e Chardonnay.
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