di Pinuccio Alia
Non credo di dire una grande verità se affermo che i grandi piatti che hanno in qualche modo fatto la storia della nostra cucina siano sempre nati dalla miseria. Disgustosa e crudele.
Sono sempre stato convinto che gli spaghetti aglio, olio e peperoncino siano stati inventati da un contadino che quando a mezzogiorno, si riposava dopo lunghe e faticosissime ore di lavoro, la sua giornata cominciava all’alba!!!, stanco di mangiare pane e companatico decise di rivoluzionare la sua dieta.
Cominciò più o meno così: era una fredda giornata d’inverno, il sole era un ricordo lontano lontano. Qualche goccia di pioggia lo aveva convinto a riparasi nel capanno che custodiva gli attrezzi.
Ogni Contadino che coltiva la “sua” terra possiede una “turra” nella quale conserva anche qualche provvista, patate, agli, cipolle, fagioli, lenticchie. Prodotti coltivati nel corso delle stagioni e che serviranno ancora per semina.
Quel giorno decise di prepararsi un bel piatto di pasta, sia per ingannare il tempo sia per riscaldare lo stomaco.
Accese con qualche carbone la “ fornacella”. Vi posò sopra una pentola con dell’acqua e vi calò gli spaghetti che in campagna non mancano mai. Pensò ad una salsa per condirli ma non trovò nulla. Niente!! Solo olio e neanche una bottiglia di pelati.
Ed allora decise , giusto per dare un sapore alla pasta, di riscaldare l’olio e per caso, solo per caso, ci mise anche uno spicchio di aglio. Ma la salsa era di colore bianco. e per i contadini la pasta bianca da sempre era il cibo degli ammalati.
Lui non era malato, era un uomo possente che sprigionava salute da tutti i pori. Cerco è trovò del pepe rosso . Aveva seccato al sole i peperoni piccanti che aveva coltivato . Li aveva portati a macinare nel mulino a pietra, non distante dalla sua proprietà e conservava la polvere in un barattolo di vetro.
Prese una manciata di pepe rosso e lo aggiunse, lontano dal fuoco,alla salsa che si colorò di un bellissimo rosso vivo. Era come se fosse stata preparata con i pomodoro.p
Con questa salsa condì gli spaghetti che mangiò direttamente dalla padella. Erano saporiti, gustosi, di un bel colore rosso e li aveva preparati in pochissimo tempo. Mancavano un pò di sale, ma non se ne fece un cruccio. Li divorò ma non solo per la fame.
Erano buonissimi. e decise di riproporli alla moglie. E poi agli amici. ed agli amici degli amici.
Aveva inventato un piatto che avrebbe riscaldato il suo stomaco nelle pause del faticoso lavoro dei campi. Mai seppe che avrebbe interessato la storia della cucina .
Più o meno cosi, da questa idea rivoluzionaria, sono nati gli spaghetti con l’uovo fritto
Una ricetta di estrema semplicità ma di grande godimento.
Procuriamoci mezzo chilogrammo di spaghettoni devono essere ruvidi. Se ne trovano ottimi preparati dai Pastifici artigianali.
Procuriamoci quattro uova fresche, freschissime. Se lo troviamo procuriamoci il pepe nero Sarawak che è una varietà coltivata in Malesia . E’ molto pregiata, molto aromatica ed ha il pregio di non essere molto piccante. Al momento del’uso trituriamo i suoi preziosi ma non costosi grani nel mortaio.
Cuociamo la pasta in acqua salata e tiriamola via quando è a metà cottura.
In una padella capiente versiamo poco meno di mezzo litro di acqua calda, aggiungiamoci il pepe nero triturato in modo che si rigeneri e sprigioni i suoi particolari sapori, e uniamo la pasta e continuiamo a farla cuocere rigirandola continuamente in modo di avere una cottura uniforme. Noteremo che la pasta rilascerà il suo amido ed assorbirà tutta l’acqua. Spegniamo la fiamma e mentre aspettiamo che si abbassi la temperatura degli spaghettoni contemporaneamente in un altra padella cuociamo appena appena le uova per un solo minuto. Uniamo le uova alla pasta rigiriamo in modo tale che i sapori felicemente si maritino e finiamo con una leggera spolverata di pecorino.
Serviamo in piatti fondi e possibilmente caldi e perdiamoci nella semplicità di questi sapori.
Ricordando che non state mangiando una ….. specie di carbonara, che è tutt’altra cosa, ma spaghettoni con l’uovo fritto. Un raffinato piatto di cucina calabrese.
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