Gli spaghetti, meglio, i vermicelli, per me sono la trafila della condivisione di gruppo: nel fantastico mondo della pasta quello che per il vino sono il Gragnano o il Lambrusco.
Ogni tanto mi cimento e stavolta voglio condividere con i cari lettori di questo sito uno spaghetto rapido, facile, essenziale, didattico e, soprattutto, con salsa cruda.
Adoro queste preparazioni e mi appassionano sempre più adesso che i sapori stanno sparendo perché mi riportano all’infanzia, diciamo anche all’adolescenza: per ottenere un buon risultato è infatti necessaria materia di grande qualità, ossia organic.
Ad esempio, quelle foglioline di verza mangiucchiate qua e là prima di essere colte e pulite per bene.
Oppure il peperone crusco capace di bilanciare con il retrogusto amarognolo la dolcezza un po’ invasiva dell’ortaggio. E, ancora, per rafforzare il concetto, un peperoncino verde e un po’ di quello piccante in polvere per eliminare il sale.
Queste salse, infatti, hanno lo scopo di far sentire l’orto, un po’ come il pesce crudo o appena scottato deve far sentire il mare. Meno si aggiunge, meglio è.
Tagliate a julienne la verza, a piccoli pezzi il peperone crusco di Senise, il peperoncino verde e quello forte. Aggiungete due o tre cucchiai di olio (ho usato il pugliese Frantoio Raguso). Frustate un po’ e lasciate riposare un quarto d’ora circa in modo che gli aromi si possano sposare.
Intanto buttate la pasta, tiratela fuori al dente e posatela sulla salsa in modo che il calore si trasferisca al condimento ravvivandolo. Girate e, infine, spolverate un poco di cacioricotta o pecorino.
Questo piatto mi piace perché è moderno, fresco, allontana dalla bocca quei sentori antichi di verza, o di cavoli, stracotti, che a Napoli si risolvono con un deciso sfritto d’aglio. Se vi hanno imbottito di riso o minestra con verza e poi, negli anni ’80, di involtini di verza, qui farete pace con questo strepitoso ortaggio.
Non per fare il pasdaran, ma con le verze di serra è meglio non provarci proprio. Sarebbe come cuocere una spigola di allevamento al sale.
Da bere? Una bella Catalenasca di Cantine Olivella.
Voilà.
Spaghetti con verza e peperoni cruschi
Di Luciano Pignataro
Tempo di preparazione: 15 minuti
Tempo di cottura: 30 minuti
Ingredienti per 2 persone
- 200 grammi di spaghetti o vermicelli industriali (Amato, De Cecco, Garofalo)
- 2 o 3 cucchiai di olio exravergine d'oliva
- 4 foglie di verza
- 1 peperone crusco di Senise secco
- 2 peperoncini verdi
- 1 peperoncino forte
- cacioricotta o pecorino quanto basta
Preparazione
Tagliate a julienne la verza, a piccoli pezzi il peperone crusco di Senise, il peperoncino verde e quello forte.
Aggiungete due o tre cucchiai di olio
Frustate un po’ e lasciate riposare un quarto d’ora circa in modo che gli aromi si possano sposare.
Intanto buttate la pasta, tiratela fuori al dente e posatela sulla salsa in modo che il calore si trasferisca al condimento ravvivandolo. Girate e, infine, spolverate un poco di cacioricotta o pecorino.
Questo piatto mi piace perché è moderno, fresco, allontana dalla bocca quei sentori antichi di verza, o di cavoli, stracotti, che a Napoli si risolvono con un deciso sfritto d’aglio.
Se vi hanno imbottito di riso o minestra con verza e poi, negli anni ’80, di involtini di verza, qui farete pace con questo strepitoso ortaggio.
Non per fare il pasdaran, ma con le verze di serra è meglio non provarci proprio. Sarebbe come cuocere una spigola di allevamento al sale.
Voilà.
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