Nella goduriosa classifica degli spaghetti d’Italia pubblicata qui fa non abbiamo trovato una ricetta, forse troppo anti-moderna, relegata nell’immaginario collettivo alle Little-Italies di mezza America: gli spaghetti con le polpette (meglio conosciuti da miliardi di persone come spaghetti with meatballs). Ricetta così anti-moderna da essere diventata anche anti-estetica.
Eppure in tante case italiane è stata per decenni, soprattutto quelli successivi alla Seconda Guerra Mondiale, il piatto unico per eccellenza. Qui l’aggettivo “italiano” è usato pensando alla cucina come «genere di identità che dobbiamo cercare nella storia alimentare e gastronomica del nostro Paese» seguendo il suggerimento di Massimo Montanari che su questo ha scritto un godibile libricino uscito per Laterza in questi giorni: «L’identità italiana in cucina».
Sono tornata a casa dei miei nonni in Irpinia dopo tanto tempo, in un giorno di festa, e la zia che gestisce da quasi trent’anni l’eredità più preziosa di mia nonna, le sue ricette (tramandate oralmente, come tutte quelle popolari e non in forma scritta come quelle aristocratiche) mi ha fatto trovare un piatto di spaghetti con le polpette. Proprio perchè la mia classifica spaghettesca coincide quasi perfettamente con quella del Guardiano e poi perchè voglio un bene dell’anima alla mia zietta ho pensato oddio-e-ora-come-faccio (a mangiarli, si capisce).
Ma poi, complice il punto di cottura degli spaghetti – che ho controllato io – e soprattutto il sapore della salsa di pomodoro – che è salito fino ai miei neuroni come una pallina da flipper che va direttamente nella buca centrale – ho terminato alla velocità della luce questo breve ma intenso viaggio nella memoria. Il misto di vitello e maiale da macinare in casa con una macchinetta da modernariato, le uova fresche, l’aglio e il prezzemolo nemici giurati di ogni palato infantile, il pizzico di zucchero nel pomodoro, immancabile e saggio rimedio contro l’eccessiva acidità.
Spaghetti and meatballs
Di Virginia Di Falco
Ingredienti per 2 persone
- 200 g di spaghetti
- 500 g di pomodori pelati
- 300 g di carne macinata mista di maiale e vitello
- 1 uovo
- 100 g di pane raffermo
- 100 g di parmigiano grattugiato
- 1 ciotola di latte
- 2 cucchiai di trito di cipolla, sedano e carota
- 1 spicchio di aglio
- olio extravergine di oliva
- sale, zucchero, pepe, prezzemolo fresco q.b.
Preparazione
Preparate innanzitutto le polpette (che non devono essere troppo grandi) con il macinato, l’uovo sbattuto, il pane raffermo ammorbidito nel latte e ben strizzato, il sale, il pepe, il parmigiano grattugiato, lo spicchio d’aglio sminuzzato il più possibile e qualche foglia di prezzemolo tagliuzzata finemente.
Friggetele in una padella con dell’olio extravergine di oliva per pochi minuti: il tempo necessario che diventino belle dorate e croccanti fuori ma tenere dentro. In un tegame di coccio fate soffriggere leggermente il trito di sedano, carota e cipolla e versatevi i pomodori: siate generosi, le polpette pretenderanno tanto sugo, durante la cottura.
Aggiungete dopo un quarto d’ora le polpette e, quando saranno cotte e il sugo si sarà rappreso raccogliendo il sapore della carne e il profumo degli aromi, aggiungete il sale a piacere e un pizzico di zucchero. Cuocete gli spaghetti al dente e conditeli con il sugo e le polpette, tutto nello stesso piatto, come un secolo fa.
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