di Marco Lungo
Amici, stavolta non ce l’ho fatta. Nonostante stia ancora smaltendo i muort e stramuort dei sedicenti “Gelatieri Artigianali” ed avessi deciso, per questa settimana, di trattare tutt’altro argomento, oggi una cosa che il grande Angelo Iezzi che è, per chi non lo sapesse, il padre di tutte le moderne tecniche di pizza in teglia, ha condiviso con me e mi ha fatto saltare sulla sedia e cambiare programma.
Sono certo che altri ne abbiano già parlato, però lo voglio fare anche io, con quella che è la mia memoria storica. Vedete, carissimi, la questione Tripadvisor è molto calda e molto discussa.
Tutto sommato, l’intento è buono: ho un sito dove posso dire come sono stato in un posto, lo scrivo, lascio lì la mia testimonianza. Non male, no? All’estero funziona da qualche anno prima di noi, poi ha cominciato a dilagare anche qui da noi. Certo, dilagare. Perché noi siamo 56 milioni di allenatori di calcio, 56 milioni di Presidenti del Consiglio, 56 milioni di Amministratori Delegati della Fiat e, da qualche anno, siamo anche 56 milioni di enogastronomi. Deve essere questa messe di mestieri che fa dire a qualcuno che la disoccupazione non c’è e che non c’è la crisi.
Su questo, ci si sono aggiunte un mare di trasmissioni di cucina. Porca miseria, dopo il calcio non c’è quasi altro in programmazione. Al limite, solo cose di promozione di giovani “talenti” musicali o litigi del volgo, sempre gestiti dalla Maria De Filippi, reggono il passo. Per il resto, cucina. E che cucina. Una cosa da non credere, per chi ci sta un po’ dentro. Non voglio entrare nei particolari delle singole trasmissioni, magari lo faremo un’altra volta perché anche la falsità di queste merita delle attenzioni particolari, però rimaniamo sul tema Tripadvisor in Italia. Amici, che cosa incredibile.
Vedete, tanti anni fa, proprio qui a Roma, un antesignano di molte iniziative internet, aprì un sito, si chiamava Menù di Roma, luì è Giovanni Antinori, un visionario. Grazie a quel sito, molti di noi sono diventati oggi dei professionisti del settore, perché abbiamo avuto modo di scambiare una serie di criteri di valutazione dei posti, affinare il palato, direi soprattutto farci prendere da una passione, per poi disperderci chi nel nulla, chi in una professione vera e propria per il food, passando anche a Guide rinomate. Personalmente ho seguito questa strada, e gliene rendo ancora grazie.
Anche allora, parliamo di 14-15 anni fa per capirsi, c’era il problema delle recensioni false. Recensioni di un paio di righe, tipo “Ci siamo stati ieri sera, tutto uno schifo, non andateci” che, per l’epoca, erano già un qualcosa di negativo che usciva sulle prime ricerche di Internet. Noi, più o meno un gruppo affiatato che ancora oggi si tiene in contatto, scattavamo subito ad indicare che la recensione era falsa. Bastava? No. Così come non bastava distruggere quella assolutamente entusiastica del tipo: “Ci siamo stati ieri sera, servizio ottimo, roba buonissima, lo consiglio vivamente!”. Lo schifo smaccato dell’autorecensione del locale.
Menù di Roma non era un’opera di beneficienza. Era un sito in cui il bravo Antinori offriva (ed offre) servizi di maggiore visibilità, a fronte di un pagamento. Normale. E, a parte questo, devo dire che, rileggendolo oggi, c’è una memoria storica di quello che è successo nei maggiori locali di Roma per più di un decennio.
Ora, porca miseria, sbarca e dilaga Tripadvisor.
Il concetto è pressoché uguale, però non ha tenuto in conto che qui ci sono gli italiani.
Italiani. I famosi 56 milioni di tutto.
Devo grazie a chi mi ha portato a capire e saper fare delle recensioni accurate e critiche in questi quindici anni, ci ho messo molto e non sono ancora arrivato alle vette di alcuni. Non sto in mezzo ai 56 milioni di tutto, per tanti motivi che voi amici conoscete bene, per cui se scrivo una cosa di un locale, sembra difficile che non la condividiate anche voi.
Adesso, che so che alcuni di noi sanno sicuramente fare delle recensioni serie, inclusi i soliti marchettari che, per un pasto gratis, scrivono lodi che neanche non so per chi (ma questo è un altro capitolo da trattare), però penso sempre a chi ha messo la propria passione per migliorare questa capacità di analisi e di descrizione a parole, perché è anche necessario un saper bel scrivere, no?
Saper descrivere bene un locale, il cibo, il servizio, come si sta. Il lavoro totale del Ristoratore, insomma.
E chi ti arriva? La classica italianata.
Ve lo dovete leggere bene. A me non frega nulla se farà proseliti o meno, anche grazie a questa pubblicità. Clienti, amici, dovete capire che Tripadvisor, almeno in Italia, è una cosa falsata. Posso pagare per mandare su o giù un locale. Lo fanno in maniera sfacciata. Dovete leggere bene per capire cosa siamo arrivati a fare. E, a questo, dovete aggiungere i 56 milioni di italiani improvvisamente critici enogastronomici, non ve li dimenticate, eh? Scrivono su Tripadvisor, sono tutti Bastianich o Cracco della situazione, e non sanno distinguere un precotto dal fresco, una pizza di semilavorato da una fatta con farine vere, per lasciar perdere il pesce dove c’è proprio il Far West.
Quando Angelo Iezzi mi ha passato questa cosa, che magari sarà anche vecchia, a me è presa proprio la rabbia. So che la mia capacità di valutare un locale è di un certo tipo, non avrei collaborato con Guide ed essere un Giudice di Gara, però questo vanifica qualsiasi sforzo, di tutti. Che senso ha produrre qualità quando un concorrente paga ed ottiene 20 recensioni favorevoli? Chi me lo fa fare a me, a scrivere una recensione dettagliata e precisa, quando poi me ne trovo 20 che mi sotterrano? Nessuno. E’ uno schifo incredibile, amici. Non so che cosa ne pensiate voi, voglio leggere i vostri commenti e parlare, perché questa è una cosa assurda. Siamo andati “oltre”. Questo è lo svalicamento esplicito della morale.
Io sono per far chiudere questo sito.
Concorrenza sleale.
In Italia esiste una legge per la Class Action, molti Ristoratori potrebbero aderire.
Il guaio è che, alla fine, parecchi si segneranno l’indirizzo del sito.
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