Una delle domande più frequenti in questo periodo riguarda l’abbinamento con i piatti di mare: meglio il bianco o il rosso? In realtà nessuna delle due risposte può essere così categorica e quindi diffidate di chi pronuncia giudizi senza possibilità di replica, nella vita come nel bicchiere. Quando non c’è pomodoro in genere è consigliabile il vino bianco, sempre sui crudi di pesce o sulle cotture leggere. Quanto al rosso la risposta è affermativa, a patto di avere tannini non troppo pronunciati oppure una struttura più snella: meglio dunque, evitare quelli passati in legno. Ma anche in questo caso dipende dal piatto che deve essere robusto e di carattere: sulla cernia salsata, sui polpetti affogati, sulla zuppa o sui calamari imbottiti, meglio un bel rosso dalla buona spinta fresca. Per quanto strano possa sembrare, non è sempre facile trovare in Campania rossi per questi abbinamenti, ad eccezione ovviamente del Piedirosso dei Campi Flegrei e dei rossi delicati della Costiera Amalfitana o di Capri. Nelle zone interne, si sa, prevale l’Aglianico, un vino poco amante della cucina di costa. Un buon rosso da pesce nasce proprio ai confini tra la Campania e la Puglia, nel Fortore ricco di grano e di pascolo, battuto dal vento e fuori da ogni rotta turistica. Qui, nella sua San Bartolomeo in Galdo Angelo Pizzi è l’enologo di una piccola azienda dove sono in società i suoi figli: si coltivano Sommarrello, Passolara, Guarnacciola. Il Sommarrello è quasi sicuramente il nome locale dato al nero di Troia, molto più vicina di Benevento, anche se a questa altezza, siamo sui 500 metri, il risultato è molto più elegante. Il Sommarrello viene lavorato esclusivamente in acciaio e lasciato riposare a lungo nelle vasche e in vetro, tanto che l’annata 2004 uscirà solo alla fine di autunno. La 2003 si presenta allora molto ricca di frutta, elegante, fine, con i tannini assolutamente risolti, adatta, appunto, a zuppe di pesce o al polpo alla luciana tanto per gradire, soluzione rossa ad esigenze marine, simile al siciliano Perricone dell’azienda Romano o alla Tintilia Sator della molisana Cianfagna. Un vino di territorio, sicuramente, da provare anche sulla robusta cucina del vicino agriturismo Caseria in quel di Castelfranco in Miscano dove si servono formaggi prodotti con il latte del proprio allevamento. Il Sommarrello ha dunque capacità poliedrica, vino per tutte le stagioni, come sempre succede quanto la frutta buona viene rispettata e lavorata in maniera assolutamente naturale.