di Alfonso Sarno
Benvenuti a Solofra, capitale del panettone: il piccolo centro della Valle dell’Irno in provincia di Avellino ha 12mila abitanti ma ben quattro pasticcerie che hanno fatto in questi anni man bassa di premi con i loro lievitati. Già, il “pan de Toni” ha abbandonato le brume meneghine per trasferirsi al Sud, nella cittadina, per secoli feudo dei principi Orsini ed oggi conosciuta non soltanto per essere un distretto conciario di fama mondiale ma anche per i suoi panettoni. Premiatissimi nei concorsi – una esplosione di profumi e di sapori, frutto di sacrifici, di anni ed anni di intenso lavoro – che sapientemente si armonizzano per regalare ai fortunati che li gustano come i partecipanti al workshop del Progetto Poc “Itinerari da Fiaba”, recentemente svoltosi nella sala Maggiore del Palazzo Comunale – il piacere di assaporare il panettone in tutte le sue diverse versioni. Dalla classica alle contemporanee, espressione – quest’ultime – della capacità dei dolcieri solofrani di innovare sì ma sempre con giudizio. E gusto.
Le pasticcerie di Solofra
È il caso di Raffaele Romano, titolare con il fratello Gianfranco del “Gran Caffè Romano” vincitore assoluto, lo scorso novembre, nella categoria “Migliore panettone classico” al Campionato del Mondo di Fiano Romano. Ha conquistato la giuria con il suo “Pantheon”, un prodotto d’eccellenza caratterizzato dall’uso del lievito madre, dai lunghissimi tempi di lievitazione e dall’accurata scelta delle materie prime. Premio che il pasticciere ha dedicato al padre ed al nonno che negli anni ’50 aprirono il “Gran caffè”, diventato un punto di riferimento per i buongustai che vogliono festeggiare Natale e Capodanno con i panettoni artigianali dai gusti più diversi: pistacchio ed amarene, mela e cannella, cioccolato e rhum e con gli altri dolci della tradizione. «Sono contento – dichiara – di questo riconoscimento che si aggiunge al primo premio al Panettone day. Un grandissimo onore. Mio fratello ed io continueremo nel solco della tradizione familiare privilegiando la ricerca delle materie prime e la sperimentazione che, insieme con la passione, sono le basi per ottenere dei buoni risultati».
Il prossimo anno il Bar Italia celebrerà i suoi primi cent’anni. Un secolo di vita dedicato a fare conoscere la grande tradizione dolciaria campana, missione che continua oggi con il pastrychef Leonardo D’Urso che a rococò, susamielli, torroni, mostaccioli e cassatone di Natale – rielaborazione napoletana della cassata siciliana – abbina i suoi panettoni, frutto di una lunga, accurata ricerca. «La nostra offerta – dichiara – si inserisce nell’ambito della tradizione, di cui noi vogliamo essere custodi e valorizzarla adattandola ai nostri giorni. Così accanto ai panettoni artigianali classici abbiamo quelli al pistacchio senza glutine, al cioccolato privo non soltanto di glutine ma anche delle proteine del latte, il tradizionale senza lattosio e altri dedicati ai vegani».
Farina, malto di frumento, tuorlo d’uovo, saccarosio, burro fresco, miele di acacia dei colli irpini, uva sultanina, cedro ed arancia canditi, zest di arancia e limone non trattati, aromi naturali sono alcuni degli ingredienti del panettone con cui Raffaele Vignola, anche lui figlio d’arte, si aggiudicata nel 2020 la vittoria per la categoria “Pangiuso” riservata al panettone tradizionale nell’ambito del concorso “Re Panettone”. Un riconoscimento che premia anni di lavoro e di ricerca del talentuoso pasticciere che, nel suo lavoro, unisce la fedeltà alla tradizione ed il coraggio di sperimentare. «Mi piace – confessa – offrire un’ampia scelta ai miei clienti. Così oltre al panettone tradizionale che dà soddisfazioni ne propongo altri meno consueti come quelli all’olio di Ravece senza burro al basilico genovese dop ed ai carboni vegetali neri, buono come il classico».
Solofra la dolce: Pasquale Barbato è l’altro protagonista della pasticceria solofrana: lo scorso anno il suo panettone e quello di Romano conquistarono, al Panettone Day Igino Massari. “Non riesco – confessa – a stare fermo, soprattutto a Natale. Sono 40 anni che sto in cucina e la passione è sempre la stessa. Il panettone che più mi rappresenta? Certamente quello tradizionale ma mi piace sperimentare, quest’anno propongo anche panettoni al pistacchio, alla granella di zucchero e mandorle. Tra le novità: la “Rosa dei venti”, chiamato così perché l’ho dedicato alle donne e presentato per la prima volta in occasione del convegno sul femminicidio al Comune di Solofra».
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