Uva: falanghina (50%), fiano (25%), greco
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5. Naso 27/30. Palato/27/30. Non Omologazione 30/35.
Ecco un vino che dovrebbe entrare in commercio dopo dieci anni. O, se preferite, e certamente preferisce mister Cotroneo, da aprire dopo dieci anni. Era lì silente in una cassetta da non so quano tempo in cantina e decido di aprirlo perché a me piace chiudere un pranzo pieno di vini con un bianco secco e strutturato.
Ed è così che dopo oltre un decennio di frequentazione faccio la mia prima scheda di questo vino: il tempo passa, sono sempre più convinto che sia giusto parlare dei vini che mi piacciono senza pretendere di dare lezioncine solo perché sto dall’altra parte del banco di assaggio a chi getta il sangue in una impresa vinicola.
Sogno non lo avevo descritto perché probabilmente tra i vini di Paolo è quello meno immediato: c’è la ineguagliabile serie in acciaio con cui mi piace ciaciarmi, il Coda di Volpe mio vino del cuore da sempre, rossi dai toni muscolosi che però si dispiegano bene.
Il Sogno invece ho preferito aspettarlo perché il naso è troppo avvolto nel legno durante i primi anni. Aspettarlo per giudicarlo perché ha ragione Moio, questi vini sono fatti per emergere nel tempo. Ed è quello che è successo a questo 2003.
Sgombriamo anche il campo dall’annata calda perché la freschezza di questa bottiglia è esaltante, non c’è filo di cotto o di ossidazione, persino il colore è un bel giallo paglierino carico e lucente. Torna di attualità l’idea che è alla base del Sogno, essere un blend di uve bianche, falanghina, fiano e greco, che sul Taburno sono meno nervose che in Irpinia ma non per questo meno strutturate e fresche.
Un Campania Style inimitabile e piacevole, in cui il legno diventa perfettamente integrato con il frutto, sino ad esserne quasi sorretto con sentori speziati che si fanno largo dopo la frutta a pasta gialla matura e fragrante.
L’attacco è secco, la beva lunga, nessuna piacioneria.
Lo bevo in un ampio bicchiere davanti al mio caminetto di Pasqua, il fuoco e l’uva mi avvolgono lentamente, sapidamente.
Per fortuna, l’ultimo pensiero, che ne ho un’altra bottiglia. L’aprirò tra una decina d’anni. Spero davanti alla stessa fiamma.
Sede a Torrecuso, Contrada Rivolta. Tel. 0824.872921, fax 0824.884907 www.fattorialarivolta.com. Enologo: Vincenzo Mercurio. Ettari: 25 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000. Vitigni: aglianico, piedirosso,falanghina, fiano, greco
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- Vini Monserrato 1973 – Nuove Annate
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- Vigna Segreta Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Doc 2016 – Mustilli
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