Durante il Salone del Gusto il Consorzio della Mozzarella ha diffuso un comunicato nel quale si denunciava la presenza di materiale illegale. Purtroppo la maggioranza dei giornali e dei siti hanno titolato facendo capire che si trattava di falsa mozzarella di bufala al Salone. Adesso Slow Food interviene per precisare meglio quello che è accaduto. Purtroppo la ricerca del sensazionalismo a tutti i costi può generare gravi danni.
Nei giorni scorsi sono comparsi su diversi organi di stampa articoli con titoli del tipo: «Mozzarella di Bufala Campana Dop fasulla al Salone del Gusto» oppure «Non era di bufala campana. Mozzarella sequestrata al Salone» o ancora «Al Salone del Gusto in vendita mozzarella di bufala falsa: sequestrata» e addirittura «Sigilli alla mozzarella Dop(ata)».
In quanto organizzatori dell’evento, riteniamo necessario fornire informazioni più precise e fare alcune fondamentali precisazioni.
In primo luogo è opportuno evidenziare che non c’è stato alcun sequestro di prodotto ma solo di materiale pubblicitario: il problema, ravvisato dai militari del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari (Nucleo Antifrodi di Parma) su segnalazione degli agenti vigilatori della sezione ispettiva del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, è infatti solo la presenza di materiale pubblicitario non idoneo. In sostanza, un produttore campano di mozzarelle da latte di bufala non aderente al Consorzio esponeva (nel materiale pubblicitario: cartelli, depliant e biglietti da visita; non sulle confezioni del prodotto) una dicitura che per legge può essere riportata solo dai produttori aderenti al Consorzio: “Mozzarella di bufala campana”.
In secondo luogo è utile segnalare che il produttore cui sono stati sequestrati i materiali pubblicitari non ha subito la chiusura dello stand o altri provvedimenti sanzionatori rispetto alla sua presenza alla manifestazione Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre. Si tratta infatti di un produttore di qualità, selezionato dalla nostra organizzazione poiché conosciuto e apprezzato. Certo, stigmatizziamo il fatto che abbia utilizzato una dicitura che per legge non può utilizzare e infatti siamo stati in contatto sia con i Carabinieri che con il Consorzio nelle ore in cui avveniva il sequestro del materiale.
Tuttavia riteniamo che travisare un episodio come questo non faccia bene né al produttore che ha sbagliato né al Consorzio stesso: i titoli di numerosissimi articoli comparsi fanno pensare al sequestro di prodotto di bassa qualità, privo di garanzie. Fanno pensare a una delle tante frodi o sofisticazioni che costituiscono un grave danno all’economia alimentare del nostro Paese e spesso anche un rischio per la salute dei consumatori.
Non è questo il caso ed è utile riportare la notizia nell’alveo della corretta informazione: il produttore non può per legge usare nel materiale pubblicitario il nome del prodotto Dop, ma questo non significa in alcun modo che il suo prodotto non sia di qualità o che non sia possibile per lui partecipare a eventi quali il Salone del Gusto e Terra Madre.
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