Il vino parla da solo, non sempre ovviamente, ma in questo caso sicuramente. Quando ho avuto modo di farmi una chiacchierata con Francesco Pezzarossa, fondatore di Anarchico del gusto, agenzia di comunicazione e marketing che ha scelto di operare ponendo un filtro etico nella scelta dei clienti e nell’offerta dei servizi, tenendo conto della particolare situazione di crisi, con l’intento di offrire uno spazio per affermarsi anche a piccole realtà, sono rimasto fortemente incuriosito dal giovanissimo progetto Sinergie dei Sensi, che come primo passo mette al centro artigiani del vino pugliesi.
Al momento sono coinvolti quattro produttori provenienti da differenti zone della regione: Antica Enotria, azienda biologica di Cerignola, nel cuore della Daunia, condotta da Raffaele Di Tuccio con il coinvolgimento del figlio Luigi e degli altri componenti della Famiglia; Agricole Pietraventosa, di Marianna Anni e Raffaele Leo, uniti nella vita e nel lavoro, situata a Gioia del Colle (BA), nella Murgia carsica; con la Vinicola Savese della famiglia Pichierri ci spostiamo a Sava nel tarantino, qui dimorano i caratteristici “capasoni“, delle giare di terracotta che sin da tempi antichi vengono utilizzate per l’affinamento dei vini. Il loro “Capasonato” rimane per me uno dei vini più emozionanti che mi sia capitato di apprezzare, un esempio di Primitivo di altissimo livello, oggi indubbiamente atipico e praticamente irripetibile, nato dall’assemblaggio di diversi Capasoni di Primitivo di Sava del 1984 e del 1985, trent’anni di storia che nel calice riportano emozioni sorprendenti. Infine, con la quarta realtà pugliese coinvolta nel progetto Sinergie dei sensi, Vinicola Palamà, ci spostiamo nel Salento, nel comune di Cutrofiano in provincia di Lecce. L’azienda è nata nel 1936 dalla passione di Michele Arcangelo, che tutt’ora la segue con l’aiuto del figlio Ninì e del resto della famiglia.
Quattro aziende rappresentative di diversi territori, da cui nascono due vini prodotti in 2.000 esemplari che costano 12,80 euro, distribuiti nel canale Ho.Re.Ca.
Sinergiedeisensi Rosso – 14%: ottenuto da negroamaro (dalle vigne di Vinicola Palamà che ha anche imbottigliato il vino, è allevato a spalliera su terra rossa), primitivo (Pietraventosa, allevato ad alberello su terreno calcareo-sassoso) e nero di Troia (Antica Enotria, allevato a spalliera su terreno calcareo-argilloso); parte del vino è stata affinata in barrique e parte in botte grande per 12 mesi.
Mi ha fatto un’ottima impressione, per la notevole pulizia esecutiva e la grande freschezza che comunica già all’olfatto, fiori e frutti dentro un involucro speziato, la sensazione è armoniosa, si sentono l’amarena, la prugna, la ciliegia nera, la noce moscata, la cannella, il cardamomo e sfumature pepate.
Bocca altrettanto convincente, anche se qui il legno si fa ancora leggermente sentire nelle note dolci e vanigliate, non manca di freschezza, del resto si intuiva già al naso, il tannino è ben dosato, non ci sono quasi asperità e il sorso scorre bene, lasciando sensazioni ampie, sapide, morbide, godibili.
Sinergiedeisensi Primitivo – 15%: ottenuto dalle uve provenienti dalle aziende Vinicola Savese, che lo ha anche imbottigliato, e Pietraventosa, parte del vino affinata in barrique per 12 mesi e parte in capasone per 8 mesi.
L’impatto olfattivo è deciso, si sente tutta la forza del primitivo, la diversa provenienza, sia come terreni che come altitudini sembra amplificarne la personalità, trama fruttata decisa e intensa, matura ma senza eccessi, affiora la liquirizia, l’amarena sotto spirito, il cacao, note balsamiche e delicatamente vegetali si accostano ad una speziatura importante anche se non dominante, che si chiude su cenni di caffè e goudron.
Al gusto è potente, l’alcolicità non può nascondersi, ma la vena acida ne trattiene l’esuberanza restituendo un corpo dinamico ma equilibrato, con un tannino di giusta consistenza per la struttura del vino.
Fra i due trovo più godibile il primo, che ha dalla sua una maggiore scioltezza e una bevibilità notevole.
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