di Giulia Cannada Bartoli
Castelvenere, nel cuore del Sannio, il comune più vitato della Campania, qui dal 2015 in via Curtole, nella Valle del Sole, si trova la cantina di Giacomo Simone.
Questo giovane vignaiolo è tornato alla Terra, decidendo d’investire in Agricoltura. Nel 2015 Giacomo mette insieme gli ettari di famiglia, la cui produzione veniva storicamente conferita a grandi aziende della zona, il suo sogno è perseguire una viticoltura equilibrata e sostenibile, da subito indirizza la produzione verso il biologico.
Giacomo non è solo a sognare: con lui c’è Nicla Galasso, compagna di vita, sommelier e degustatore. La cantina, come molte altre a Castelvenere, nasce seguendo la tradizione delle cantine tufacee ipogee, nel massimo rispetto dell’ambiente e si sviluppa su tre piani in modo tale da consentire la movimentazione per caduta del mosto, evitando lo stress dovuto all’utilizzo di pompe. Il rispetto per il pianeta si intuisce anche dai pannelli solari ad “albero “ e dal sistema di raccolta dell’acqua piovana. Il piano terra è dedicato alla vinificazione e stoccaggio, al secondo troviamo un’ariosa e rilassante sala degustazione, per finire con un tetto “giardino “ dove si svolgono eventi e degustazioni “open air”.
Giacomo si è votato alla viticoltura scegliendo i vitigni più adatti alle caratteristiche organolettiche dei terreni di Castelvenere: Agostinella, Malvasia, Falanghina e Greco per i bianchi, Barbera ( Camaiola per cui si aspetta il disciplinare regionale della Doc), Aglianico e Sangiovese.
Dopo aver camminato tra cantina e Vigne, ci trasferiamo con Giacomo, Nicla e il papà in sala degustazione: l’atmosfera è rilassata ma al tempo stesso professionale, appassionata e delicatamente impacciata.
Si comincia con il blend di bianco, “Creta” 2020,Benevento Igt. Malvasia 60%, Greco 10 -15%, Agostinella 10 -15%, Trebbiano 5%.
Il nome Creta deriva dalle caratteristiche argillose del terreno del nonno “ A Creta”. Il colore è un giallo paglierino intenso, al naso arrivano i sentori tipicamente aromatici della malvasia, frutta gialla anche con un tocco leggermente esotico. In bocca sapidità e freschezza sono mirabilmente bilanciate per schiudersi in un lungo finale appena tostato. L’alcool, 13%, non è affatto invadente e sorregge un corpo equilibrato che rende il vino perfettamente abbinabile tanto a piatti di mare più strutturati, come totani e patate o a salumi e formaggi freschi e semistagionati. L’ annata 2020 è la conferma che i bianchi campani sono vocali alla longevità.
Proseguiamo con la Falanghina 2021, “Silvana”, premiata come “vino slow”.
Giallo oro,il naso è di scuola: Falanghina del Sannio 100% ad occhi chiusi: un elegante corredo di fiori, ginestra e tiglio e frutta gialla esotica. Il palato è morbido e “cicciotto” , ben sorretto dalla freschezza tipica del vitigno. Silvana fa 4 giorni di macerazione e affina 12 mesi in acciaio e poi un anno in bottiglia, praticamente esce sul mercato a due anni dalla vendemmia, a riprova del fatto che sempre più viticoltori hanno compreso che la pazienza di aspettare il vino, premia con risultati eccellenti. L’assaggio a temperatura più alta rivela proprio il profumo dell’uva appena raccolta.
Ci spostiamo sul vitigno forse più identitario di Castelvenere, la Barbera, ovvero Camaiola, per la quale i produttori sono ancora in attesa del disciplinare per la Doc.
Partiamo dal rosato “Barberosa, rosato Benevento Igp 2020”.
Rosso ciliegia brillante (non serve la macerazione, l’intensità è tipica della barbera sannita), al naso frutta rossa dolce e matura e melograno. Il palato è un delizioso mix di fiori, sentore di rabarbaro, fragola, gelso nero e ribes. Il gusto è deciso,rotondo,perfettamente bilanciato con la freschezza e una chiusura appena amarognola, sul tutto si eleva una notevole mineralita’, derivante dai 24 mesi di evoluzione in bottiglia. Super abbinabile in cucina.
A seguire, Barbera del Sannio Igt Sannio 2020.
La Barbera del Sannio è un vitigno irruente, poliedrico, ingovernabile…come una donna multitasking, super attiva, ride Giacomo.
Il vino affina 12 mesi sulle fecce fini e altri due anni in bottiglia. Il naso è molto intrigante, rose, viole, ciliegie, prugne e more all’inizio, evolve poi in un elegante speziatura. Il gusto è morbido e al tempo stesso fresco e robusto. Anche qui gli abbinamenti sono eclettici dal classico timballo castelvenerese, la “Scarpella”a carni di maiale o a baccalà in umido.
Chiudo la degustazione con “Nonno Tore Rosso Benevento Igp “ 2020, si tratta di aglianico e sangiovese (70%) Vinificazione solo in acciaio, 24 mesi in bottiglia. Rosso rubino intenso, l’olfatto è un alternarsi di frutti di bosco e fiori rossi che evolvono in note speziate di pepe nero, e una leggera nota erbacea. Il sorso è persistente e opulento e bilancia molto bene freschezza e corpo. Questo blend è un vino “senza”, ovvero è senza aggiunta di solfiti, lieviti, non è stabilizzato né filtrato, non vede legno e viene prodotto solo nelle annate migliori. Si abbina a piatti di struttura della cucina regionale.
Giacomo Simone fa parte della Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) ed è iscritto al Movimento Turismo del vino. I suoi vini al momento hanno una distribuzione limitata e molto selezionata, oltre alla commercializzazione con lo shop online. Il prezzo medio a scaffale va dai 12,00 ai 15,00 euro.
Davvero una bella scoperta, giovani vignaioli crescono!
AZIENDA AGRICOLA SIMONE GIACOMO,
VIA CURTOLE, CASTELVENERE (BN), 3207761637
www.simonegiacomo.it, @cantinasimonegiacomo
Ettari vitati 10, vitigni Agostinella, malvasia, falanghina, trebbiano, greco, Camaiola, sangiovese, aglianico. Bottiglie circa 10.000
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