di Enrico Malgi
L’Aglianico predilige una posizione orografica di media ed alta collina con buona escursione termica; terreno di natura vulcanica dove affondare le proprie radici; uve a lenta maturazione che nelle zone interne sono raccolte tra ottobre e novembre e che vengono lavorate poi solitamente in contenitori di legno per un lungo periodo per smorzarne la spigolosità e l’eccessiva tannicità varietale.
Nella zona vulcanica del Vulture in Basilicata, sono prodotti vini di assoluta qualità. E un’azienda leader locale è quella delle Cantine del Notaio di Rionero in Vulture, laddove Gerardo Giuratrabocchetti rappresenta la vera anima e propositore non solo di questa azienda, ma di fatto di tutto il comparto vitivinicolo lucano, per le sue idee innovative e per l’impegno che costantemente profonde per la valorizzazione e la promozione di tutto il territorio vulturino.
All’ultima edizione di Radici del Sud per l’ennesima volta un grande vino aziendale, il Sigillo Aglianico del Vulture Doc 2010, ha meritatamente conquistato la prima posizione assoluta decretata dalla giuria dei Buyers nella specifica categoria dell’Aglianico del Vulture.
Il millesimo 2010 è andato a ruba e pertanto ho assaggiato quello del 2011, altrettanto valido. Vendemmia effettuata a cavallo tra novembre e dicembre, quando il frutto è andato in surmaturazione. Maturazione del vino eseguita in carati e tonneaux di rovere francese per due anni posizionati in grotte naturali di tufo vulcanico risalenti al XVII secolo con costante umidità e poi affinamento in vetro per un altro anno. Il tasso alcolico raggiunge i quattordici gradi. Prezzo finale della bottiglia intorno ai 40,00 euro, ben spesi.
Splendente e bello vivido il colore rosso rubino tendente al granato che si scorge nel bicchiere. All’olfatto il vino svela compiaciuto i suoi pregevoli profumi, ostentando orgogliosamente la profondità di un bouquet etereo e persistente. Caratteristici gli umori fruttati di rosso, che evidenziano sussurri di drupe piccole e grandi, seguiti da bisbigli floreali di uguale cromatismo, da creptii odorosi di spezie orientali e da gradevoli proposizioni di fumé, di cenere, di tostato, di balsamo, di mentolo, di cioccolato e di goudron. In bocca è opulento, regale, elegiaco e caldo, ma anche acido, morbido, elegante, equilibrato, armonico, rotondo, sulfureo, minerale e sapido. Trama tannica solo leggermente ruvida, ma gradevole, prodromo di una lunga serbevolezza. Retrogusto ampio ed appagante. Da abbinare a piatti sostanziosi, quali la cacciagione ed i formaggi a pasta dura. Da non disprezzare anche come vino da meditazione associato al cioccolato fondente. Prosit!
Cantine del Notaio
Sede a Rionero in Vulture (Pz) – Via Roma, 159
Tel. 0972 717111 – gerardo.giura@tin.it – www.cantinedelnotaio.com
Enologo: Luigi Moio
Ettari di proprietà: 30 – Bottiglie prodotte: 60.000
Vitigni: aglianico, moscato e malvasia e chardonnay
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