Si è chiusa l’intensa tre giorni Slow Food Campania a Napoli che ha visto avvicendarsi le guide carismatiche nazionali e internazionali. Carlo Petrini, presidente internazionale Slow Food e Roberto Burdese Presidente nazionale. Petrini e Burdese sono stati i protagonisti di tre momenti salienti per la vita associativa e culturale delle Condotte campane: la Resilienza alimentare, l’assemblea straordinaria dei soci e la presentazione del libro dedicato ai delicati e spinosi temi legati agli OGM.
Dopo i saluti istituzionali di rito, interviene Vito Trotta responsabile della condotta dei Campi Flegrei, sostenendo che è arrivato il momento per tutti di “sporcarsi le mani”, ossia riprendere e riportare in vita l’anima interiore dell’associazione, in stretta relazione con il concetto della resilienza alimentare di cui si è trattato il giorno precedente.
All’intervento di Trotta, fa eco quello del fiduciario della città di Napoli, dove la situazione associativa è molto più difficile da gestire, in quanto lontana dai centri di produzione agricola e sofferente della dicotomia, della quale si è discusso il giorno prima, tra soci gourmet e soci produttori. Il ruolo della condotta urbana, prosegue Pino Mandarano, dovrebbe essere quello di coniugare le istanze di tutti e trasformarle in seria comunicazione verso l’esterno, senza per questo rinunciare ad attività territoriali, quali il progetto del diritto all’orto, l’orto realizzato nel parco di Capodimonte e l’esperienza degli orti scolastici.
Il presidente della Commissione Agricoltura della Regione, intervenendo per i saluti, afferma con grande sincerità di aver ricevuto da poco l’incarico, provenendo da altri settori, e di essere quindi venuto ad ascoltare per poi collaborare al ripristino del diritto alla salute e del diritto alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, recependo le decisioni europee in argomento e cercando di implementare la ricerca pubblica, invece di finanziare quella squisitamente privata. In ogni caso, ricorda Foglia, la regione Campania già dal 2001 vieta l’utilizzo di prodotti contenenti OGM, negli ospedali , nelle strutture pubbliche, nelle mense etc ; il problema prosegue Foglia è quello della carenza di controlli. Le attività degli imprenditori privati per la promozione delle eccellenze regionali, supera di gran lunga i tempi lenti della burocrazia locale. Si tratta, promuovendo dette eccellenze, di fare una grande scommessa sul futuro, poiché è da questi comparti che il futuro della regione dipende. Cenatiempo chiama in causa il governatore Regionale Nino Pascale che, sottolineando l’importanza di un rapporto più fattivo con le istituzioni, afferma che è sempre bene riflettere con calma su ciò che s’intende realizzare.
Bisogna, prosegue Pascale, tornare a restituire dignità al reddito agricolo, ai produttori che si trovano impotenti nel mezzo della filiera. E’ necessario ripartire dalla politica delle alleanze, indipendentemente dal colore delle bandiere. Il libro che si presenta – continua il governatore, deve essere un manuale d’uso per tutti noi, perché l’ambiente siamo noi e se gli effetti dell’impiego degli OGM colpisce l’ambiente, colpisce anche noi, non solo le generazioni a venire. Interviene poi Roberto Burdese evidenziando come per quest’ argomento ci sia ancora un enorme buco legislativo: il mondo è generalmente impreparato;
Slow Food, prosegue Burdese, ha studiato e si è preparata e confrontata con altre associazioni in Italia e nel mondo, prima di prendere una posizione precisa sull’argomento: un rifiuto chiaro, netto, assoluto, basato sulla scientificità di esperimenti effettuati. Soltanto nel 2010, dopo confronti con ricercatori illuminati, Slow Food mette nero su bianco: no gli OGM; tuttavia, conclude Burdese, gli OGM sono già sulle nostre tavole, è molto difficile costruire un intera filiera libera da OGM, siamo tutti noi a dover essere protagonisti di una “guerra” quotidiana, combattendo con piccoli gesti, controlli, evitando di consumare alimenti che contengano OGM, perché in Europa l’ente di sicurezza alimentare fornisce i suoi pareri, ispirandosi a quanto scritto dalla letteratura fornia dai più grandi colossi produttori di OGM! Il panel formato dal prof. Infascelli della facoltà di veterinaria ha prodotto sperimentazioni eccezionali per dimostrare la differenza e la dannosità provocata dagli OGM.
Questi organismi esistono e son diversi da quelli contenuti nel genoma degli esseri umani, anche se le multinazionali vorrebbero farci credere diversamente. Si tratta davvero di un piatto che scotta, tanto sono alti gli interessi economici in campo. Ormai, prosegue Infascelli, è molto difficile reperire filiere completamente libere da OGM, ma non è impossibile, ad esempio in alcune zone dell’Irpinia sono state ritrovate delle granelle autoctone ed ancora non contaminate. A proposito di filiere integre, al termine del convegno, durante il dibattito, il direttore del Consorzio della Mozzarella, Antonio Lucisano, conferma la disponibilità degli associati per una collaborazione fattiva con il mondo della ricerca universitaria. Di fronte a tutto questo – conclude Burdese- noi consumatori ci sentiamo piccole pedine manovrate da un sistema più grande;invece no, facendo piccoli sforzi personali si può favorire l’agricoltura sana, leggendo sull etichette dei prodotti, informandoci, diventano, in una parola, co- produttori, convinti che si possa fare molto di più rispetto alla semplice presa di coscienza.
La versione integrale del libro è scaricabile qui
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