Serata ad alto gradimento enoico con cinque grandi vini del panorama italiano

Pubblicato in: I vini da non perdere

di Monica Bianciardi

Una cena tra amici con bottiglie importanti è un’eventualità che non capita frequentemente, ancor meno frequente è che tutte le bottiglie scelte anche quelle più datate e con una conservazione non sempre ottimale diano dei risultati così entusiasmanti.

Ho gusti semplicissimi. Mi accontento solo del meglio.
(Oscar Wilde)

Tutti grandi vini con una storia di eccellenza alle spalle la cui immagine di mercato si è consolidata nel tempo, quando però si tratta di vini con più di 20 anni di età l’esito è tutt’altro che scontato anche se si tratta di etichette collaudate e dotate di grandi potenzialità. Ogni bottiglia ha una sua storia ed un suo vissuto personale che durante gli anni di permanenza in bottiglia può pregiudicarne la tenuta con problematiche dovute alla conservazione, eventuali cedimenti dovuti al tappo, oppure a sbalzi di temperatura. Di fatto il momento della verità si ha solo quando si decide di procedere alla fatale apertura.

Tasting Notes 

Brunello di Montalcino Riserva 2011 Le Potazzine Sangiovese 100%  Vino prodotto in pochissime bottiglie solo nelle annate migliori da due soli vigneti di proprietà a circa 500 mt di hl slm. Il primo assaggio di questo vino lo feci qualche anno or sono direttamente dalla botte in cui stava riposando guidata dalla sempre disponibile Gigliola Giannetti. Già allora rimasi stupefatta come nonostante la stagione del 2011 fosse stata particolarmente torrida in quasi tutta la Toscana e non solo, il vino si esprimesse con doti di freschezza scattante ed un’agilità di palato insolita per l’annata, componenti che poi si sono rivelate essenziali per questo magnifico vino. Oggi con alle spalle qualche anno di evoluzione in bottiglia ha mantenuto caratteristiche ancora incredibilmente giovanili. Le note olfattive fresche si esprimono con decisione e garbo, cedro ed agrumi rossi, a cui si sommano profumi di frutti neri con amarene, more, lamponi, sottobosco, menta, erbe aromatiche; in bocca la tensione è guidata da uno smagliante dinamismo, tannini fitti ma cesellati che rimangono integrati nel sorso, sviluppo in un crescendo saporito ed un allungo degno di un maratoneta.

Cappellano Barolo – Otin Fiorin – Piè Franco 2000 Nebbiolo 100% proveniente da antiche piante a piede franco.  Una storia sorprendente per questa bottiglia acquistata e poi dimenticata per anni sopra una mensola di una cucina e data ormai per spacciata visto le pessime condizioni in cui era stata conservata. La stappiamo ma senza aspettative di sorta. Il tappo è integro e profumato ed il vino nel bicchiere è ancora incredibilmente in forma anche se vicino all’equilibrio. Floreale con rosa appassita viole, i piccoli frutti rossi, tamarindo, note fresche di bergamotto e spezie delicate. In bocca vigore e morbidezza, leggiadra e acidità ben conservata, i tannini sono sottili elegantissimi rifiniti perfettamente fusi nel sorso che chiude con una funambolica raffinata destrezza .

Antinori Tignanello 1997 Sangiovese 80%, Cabernet sauvignon 15%, Cabernet franc 5%. Nasce nel lontano 1971 per una collaborazione nata da Piero Antinori e Giacomo Tachis, insieme a Émile Peynaud ai tempi maggiore enologo francese. Apripista e progenitore di una tipologia di vini conosciuta nel mondo come “Super Tuscan” termine coniato dal critico Robert Parker negli anni 80. Vino di concezione innovativa per quel periodo che contemplava l’introduzione delle barrique francesi per l’affinamento. Un vino che ogni volta lo si incontra attira ogni sorta di considerazione e animate discussioni e che anche stavolta non ha fatto eccezione arrivando in inevitabile contrapposizione con la bottiglia precedente. Potente, con il frutto nero e rosso carnoso e sanguigno, ferro, pot pourri di fiori rossi appassiti, lavanda, molte spezie dolci ed una percettibile vena fumosa di tabacco spento. Il corpo è statuario, dotato di una personalità tutta sua molto poco accomodante, vitalità e tenuta nel tempo pazzesca, i tannini nonostante l’età hanno fierezza, spessore, progressione serrata e austera che immette una certa rigidità al finale ampiamente prosciugante e lungo. Viene spesso accusato di essere sempre uguale a se stesso e forse è anche vero, ma siamo sicuri che questo sia un limite? Per me rimane un grande classico enologico italiano da bere con sommo piacere ogni qualvolta se ne presenti la giusta occasione.

Tenuta San Guido Bolgheri DOC Sassicaia 1994–  85% Cabernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc Affinato per 24 mesi in botti di rovere francese.

Sassicaia non ha certo bisogno di presentazioni le aspettative erano molte e avrebbe dovuto essere la vera guest star della serata e invece… All’olfatto si esprime con buona intensità con la consueta eleganza, molte erbe aromatiche sottobosco frutti rossi che però risultano attenuati da note evolute. In bocca perfettamente in equilibrio ha tannini fondenti e sorso modulato, vellutato e morbido, sennonché chiude piuttosto frettolosamente in un breve brivido sapido.

Brunello di Montalcino Salvioni La Cerbaiola 2013  Sangiovese 100% Vigneto a Le Cerbaie Alte, versante nord-orientale di Montalcino.

Arriva come ultima bottiglia della serata con un’entrata a gamba tesa a ricordarci come Il Sangiovese di Montalcino sappia nelle giuste annate offrire le giuste proporzioni tra nerbo ed estrema eleganza. Forse una delle bottiglie più entusiasmanti in grado di rianimare una serata giunta al termine e che ha saputo mettere tutti d’accordo senza se e senza ma. Ampio con profumi decisi e nitidi di marasche, agrumi rossi e fiori viola, macchia mediterranea, balsamici e menta. Palato freschissimo con un’incessante sviluppo agrumato ed infiltrante di incontenibile energia, trama tannica elastica ben integrata diluita nella dolcezza del frutto rosso, finale lineare molto persistente ed accurato.


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