Sedici vini, uno per ciascuna categoria. Questa è la scelta della nuova edizione del Mattino Mangia&Bevi.
Falanghina del Sannio 2016
Mustilli
L’azienda che ha imbottigliato per prima questa uve ormai quasi trent’anni fa si riprende il primato grazie ad una buona esecuzione, sicuramente la migliore degli ultimi anni, realizzata dall’enologo Fortunato Sebastiano.
Vigna Astroni Falanghina 2015
Cantine Astroni
Una sosta in più, l’attesa di un anno prima di mettere in commercio grazie alla sosta di otto mesi in più in acciaio: il bianco campano guadagna sempre con il tempo di attesa.
Fiano di Avellino 2015 docg
Rocca del Principe
Un piccolo grande capolavoro che si piazza primo nella top quest’anno, perfomance a cui la piccola azienda di Ercole Zarrella è abituata. Acidità vibrante, sapidità, lunghezza e chiusura autorevole, imponente.
Fiano Pietraincatenata 2015 Cilento dop
Maffini
Un viticoltore con le palle. Questa è la definizione giusta di Luigi Maffini, convinto delle sue idee oltre ogni convenienza, tanto da portare a dop questo bianco senza sfruttare la denominazine più pop Paestum.
Greco di Tufo 2016 Vigna Cicogna docg
Benito Ferrara
Un grande classico dell’azienda che da ormai un vent’anni viene identificata con il Greco di Tufo da parte degli appassionati. Imponente, con un naso ben calibrato tra il frutto e le tipiche note di zolfo.
Bianchi della Costa: Costa d’Amalfi Tramonti bianco Aliseo 2016 dop
Reale
Il miglior bianco di sempre prodotto da questa piccola cantina dei fratelli Gaetano e Gigino Reale nella frazione Gete di Tramonti. Ottenuto da uve biancazita, biancolella, pepella.
Bianchi delle zone interne: Aorivola Falanghina 2016
I Caggiacalli
Mario Basco e Diana Iannacone hanno le idee molto chiare. Sono idee che ci piacciono moto quando vengono coniugate alla piacevolezza del vino. In questo caso la conduzione biologica e biodinamica dei terreni vulcanici a Teano.
Coda di Volpe: Bianco di Bellona Coda di Volpe 2016 Irpinia doc
Tenuta Cavalier Pepe
Nessuna azienda più di questa condotta da Milena Pepe crede nella Coda di Volpe. Talmente bianco di territorio da essere piantato con decisione quando il padre Angelo, ha deciso di avviare l’azienda agricola.
Piedirosso dei Campi Flegrei 2014 doc
Contrada Salandra
Sì, è lui, con i suoi tempi giusti. Il passo flemmatico dell’artigiano, difficile dire se lui sia il Perillo dei Campi Flegrei o viceversa. Ma il risultato è uguale: bottiglie uniche nel panorama campano, ricche di emozioni, che non lasciano mai scontenti gli appassionati.
Super Campani: Sabbie di Sopra il Bosco 2015
Nanni Copé
Forse la migliore versione di sempre: poche migliaia di bottiglie che nascono da una vigna di pallagrello nero e un po’ di aglianico con l’aggiunta di casavecchia raccolto da antiche piante centenarie.
Sannio Barbera Nonnogigi 2016
La Feromani
La barbera prodotta da Nicola Lavorgna aveva convinto già l’anno scorso. La versione 2016, che si presenta con la veste Dop, piace soprattutto per l’integrità dei frutti rossi, quasi invadenti al naso, ben palpabili in bocca. Piacevole e fresco, tannini morbidi ed equilibrati.
Taurasi Riserva 2011 docg
Mastroberardino
Il classico dei classici, il rosso che non si può non avere in cantina perché regala straordinari risultati sul lungo termine. Vino ancora giovane nonostante siano passati sei anni, con la freschezza in evidenza.
Aglianico: Irpinia Aglianico Terra d’Eclano 2014 doc
Quintodecimo
Un grande aglianico in purezza, elegante, fine, fresco, longevo. Potrebbe essere tranquillamente un Taurasi per come viene pensato e lavorato. Recenti verticali hanno confermato la bella evoluzione di cui è capace questo rosso.
Aglianico del Taburno: Aglianico del Taburno riserva 2009 docg
Il Poggio
Se si vuole tastare la vitalità dell’aglianico ecco un’etichetta che esce sul mercato dopo lunghi anni di attesa, dopo una sostanziosa sosta in legno e un prolungato affinamento in vetro.
Rosati: Costa d’Amalfi Rosato 2016 doc
San Francesco
Ottenuto da un blend di aglianico e piedirosso, il rosato pensato dall’enologo Carmine Valentino in Costiera Amalfitana è sicuramente molto interessante: color cipolla, note di piccoli frutti rossi al naso, freschezza e mineralità al palato, nessuna dolcezza.
Bollicine: Asprinio d’Aversa brut Trentapioli 2016
Salvatore Martusciello
Inno all’Asprinio di Aversa in versione spumantizzata con metodo Martinotti. Profuma di lime, mela verde ed erba fresca e in bocca ha aciditità, sapidità ed un piacevole ritorno fruttato in chiusura. Un classico della famiglia Martusciello ripreso da Salvat
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