Matteo Renzi dall’Ubalda alla Leopolda

Pubblicato in: Polemiche e punti di vista

di Giancarlo Maffi

L’ultima volta che sono andato alla Leopolda di Firenze fu per la presentazione della Guida dell’Espresso 2010. Bel luogo, bella ristrutturazione. Ero tentato di metterci piede anche recentemente, al Big Bang di Matteo Renzi, detto il rottamatore. Mi incuriosiva tutta la faccenda. Poi una notte buia e tempestosa mi sognai la Fenech. Mica una roba erotica, anzi. Stava ancora con Montezemolo, ma già lo tradiva con Marchionne, che la zompava con addosso il maglioncino d’ordinanza. Lei urlava < no, con Renzi no >. Dietro le quinte del siparietto Giorgio Gori filmava il tutto. Parlava pure, cosa rara per lui, e diceva >dai Ubalda, mettiti così >. Svegliandomi  di soprassalto pensai che quell’assonanza  fra l’Ubalda e la Leopolda era troppo per me e che a quell’evento non ci dovevo andare.

Renzi è simpatico, umanamente parlando. Battuta salace, del resto è toscano, sguazza bene nel web, san Jobs alla mano anche quando va in bagno. Ha tutti i numeri per piacere anche ai gastrofighetti come noi. Anche se non credo che mangi lampredotto o piatti botturiani. Più certi branzini “attopati” che servono ad Arcore. Dove infatti lui si precipitò, confondendo  l’ attopato toscano con il cibo che talvolta il pesciazzo preferisce: il topo, non necessariamente declinato al femminile.

Ora proprio quel viaggetto a me fece incazzare mica poco. Sarebbe stato un peccato veniale, l’avesse detto prima. Invece non l’ha detto nemmeno dopo, facendosi fregare dal Cav, che lo andò a raccontare a tutti. Praticamente l’hanno fatto fesso, il Renzino. Gli si poteva perdonare l’antica partecipazione alla Ruota della fortuna del Mike nazionale ma questa onestamente no.

Avete dato un’occhiata al palco della Leopolda?  Pareva di stare in un monocale. Il frigorifero della Smeg non era male. Avrebbe dovuto tenerlo spalancato, per mostrare che quelli dei suoi concittadini italiani sono vuoti, ormai. Quello che più mi ha colpito però è stata la presenza di tal Giorgio Gori.  Ve lo ricordo, perché magari siete affaccendati a tirare insieme i soldini giornalieri per le bocche delle vostre creature e avete la memoria un po’ corta: Gori Giorgio è il produttore del Grande Fratello, solo per dirne una. E diresse per molti anni la baracca di Canale 5, per dirne un’altra. Certo, ormai l’ergastolo non lo danno nemmeno più a chi ammazza. Questo però ha fatto di peggio, molto di peggio. Dice che si vuole mettere a disposizione. Per fare che, scusi? Per farci guardare dal buco della serratura le camere da letto di Palazzo Chigi in salsa fiorentina?

E quindi, al prossimo giro, ci toccherebbe l’accoppiata Renzi-Gori, due berluschini docg.

Sapete cosa vi dico?

Se tanto mi da tanto, allora metteteci Marina Berlusconi. Le aziende ormai le hanno salvate e magari si occupa di noi, anche perché, almeno questa, ai bunga-bunga, come si intuisce benissimo guardandola in faccia, non è minimamente interessata.


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