La vera e unica mozzarella di bufala campana, quella Dop, non dovrebbe costare meno di 9 euro al chilo negli scaffali della grande distribuzione. La soglia minima di prezzo è stata individuata
dal Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela, con l’obiettivo di garantire ai consumatori la trasparenza del prezzo e la qualità del prodotto.
“Nel pieno rispetto della libertà del mercato – spiega il presidente dell’organismo, Luigi Chianese – riteniamo che il prodotto a marchio Dop non possa essere venduto al di sotto dei 9 euro al chilo per la qualità della materia prima impiegata, per il numero di controlli a cui è sottoposto e per i costi che sono sostenuti dagli stessi produttori. Ora tanto i buyer della grande distribuzione che i consumatori hanno a disposizione una chiave di lettura, un riferimento della qualità del prodotto”.
La delibera del Consiglio di amministrazione del Consorzio prevede che, nel caso in cui il prodotto mozzarella di bufala campana Dop venga proposto ai consumatori a meno di 9 euro, scattino i controlli da parte degli organismi preposti: per primi gli ispettori del Consorzio di Tutela, che provvederanno al prelievo di campioni per effettuare le dovute analisi di accertamento attraverso i laboratori ufficiali di controllo.
Il responsabile dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero delle Politiche agricole, Giuseppe Serino, commenta: “Siamo di fronte a una forte assunzione di responsabilità da parte del Consorzio di Tutela. Noi siamo pronti a proseguire e intensificare la nostra collaborazione con i Consorzi di Tutela attivando direttamente anche i nostri controlli nel comune interesse di combattere ogni forma di contraffazione che colpisce il settore agroalimentare, una delle voci più importanti dell’economia italiana”.
“La decisione del Cda – sottolinea il direttore del Consorzio, Antonio Lucisano – è un esempio di sinergia istituzionale, dal momento che lavoreremo fianco a fianco con gli altri Enti. Tutti abbiamo lo stesso obiettivo: valorizzare il primo marchio Dop del centro-sud Italia. È la prima volta che il Consorzio punta a farsi carico di un problema annoso, quello del dumping, della concorrenza sleale che finora ha causato gravissimi danni all’intera filiera di uno dei prodotti più rappresentativi del Made in Italy”.
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