Di Bruno Sodano
Siamo a Serramezzana, comune cilentano a ridosso di Pollica, nel verde delle primissime colline dell’entroterra, con vista su paesaggi naturalistici invidiabili. Da poco più di un anno, ha sbocciato le ali l’agriturismo Scialà, realtà familiare che mostra tanto impegno. In cucina troviamo mamma Antonella e nonna Adriana. Dietro le quinte papà Angelo e in sala la figlia Cristina, sorriso e volto di questo posto.
Da scialà ti senti subito a casa. Merito anche delle camere che mettono a disposizione degli ospiti, garantendo un’offerta a tutto tondo. Arrivare a Serramezzana non è difficile ma sicuramente allontanarsi dalla costa richiede un po’ di tempo e quindi è anche bello organizzarsi un paio di giorni, in comodità, per staccare da tutto e da tutti.
Scialà è un agriturismo battezzato da poco, nato da circa un anno, con tutte le difficioltà del caso. Un’attività che ha riscontrato tante avversità ma che alla fine ce l’ha fatta. La cucina è varia e gioca molto su diversi elementi prettamente artigianali come ad esempio pasta e pani fatti in casa. Il forno rigorosamente a legna, più volte a settimana, si accende con il dovere di sfornare profumate pagnotte che saranno d’accompagnamento ai ricchi taglieri che la casa propone. Ottimi i salumi auto prodotti e il cacioricotta di capra del Cilento affumicato. Sinceramente parlando è un prodotto che non si trova facilmente in giro e ci ha fatto davvero divertire.
Fra gli antipasti figura anche il pane cotto: uno dei piatti più popolari e gustosi che possano esistere. E chi lo fa più? Ecco uno dei motivi per salire fino qui sopra. Fra i primi, come dicevamo, giocano un ruolo decisivo condimenti e pasta: quest’ultima sempre fresca e lavorata a mano. Noi che abbiamo visitato questo posto in primavera ci siamo deliziati con i cavatelli agli asparagi selvatici. Certo non sono mancati i ravioli burro e salvia e i fusilli cavati a mano con il ragù cilentano. Pasta tenace, cottura attenta, gusto delicato.
Un connubio perfetto di autenticità e tradizione. I secondi piatti variano spesso in base alla materia prima. Se trovate il pollo che è stato appena macellato, sperate di trovarlo alla cacciatora. Potrete assaporare per bene il sapore della carne ruspante, unita a pomodoro rigorosamente coltivato e trasformato in loco.
Scialà è in piena ascesa: non è un locale perfetto e sicuramente ha molta strada da fare. Unico vino servito, al momento, è quello che stesso l’azienda produce. Speriamo un giorno di trovare magari qualche etichetta locale e bio che possa arricchire la carta beverage. È vero che gli agriturismi debbano portare in tavola solo ciò che si produce ma sul nettare degli Dei si ci può lavorare senza stravolgere l’asset aziendale. Sicuramente resta un posto magico, frequentato da bella gente, che mira a migliorare giorno dopo giorno.
Presto ci sarà anche una fattoria didattica che vedranno le loro caprette come attrici principali.
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