di Sara Marte
In questo mese di passaggio, tra vendemmia e qualche grado mancante, reclamo il mio diritto all’isola verde, un po’ per nostalgia un po’ per innata predilezione . Ho un paio di bottiglie che mi frullano per la testa già da qualche tempo. La cantina è Pietratorcia. Piccole, strettissime le stradine che si arrampicano tra quelle viuzze in cui solo un “autoctono” purosangue può schizzare agevolmente guidando l’auto come fosse un motorino.
Eravamo con l’enologo aziendale Ambrogio Iacono, Gino per tutti, e con lui comprendiamo la difficoltà di questa viticoltura così varia e in alcuni casi arroccata e rubata all’Epomeo; La parola “difficile” però non gli piacerebbe tant’è che nel nostro incontro precisava che “qui così è” e basta. L’hai nel sangue quest’isola se no non la comprendi. I terreni a vigneto spuntano qui e lì nel versante di Forio. Gli ettari sono circa 10 e si muove varia la terra tra vulcano e tufo verde, guardando le fumarole e parlando di terme.
Fin su Vigne di Chignole con la monorotaia e giù verso il mare “altezza da terra del filo di banchina 70 cm”con la vigne di Janno Piro, poi via nella splendida cantina attorno cui si sviluppa la Vigna del Cuotto e dove Vito Verde con la moglie cura come un piccolo gioiello una ristorazione isolana. Certo, il Tifeo Rosso e Vigne del Cuotto rimangono le mie bottiglie numero uno, ho scoperto però il piacere di un bianco da invecchiamento. Lo apprezzo con questo clima leggermente più fresco e che già lascia le finestre chiuse e le cucine aperte alle cene tra amici.
Lo Scheria bianco 2007 svolge 4 giorni di macerazione pellicolare, fermentazione in acciaio e poi due anni in lengo grande. E’ un vino non filtrato. Composto da biancolella e fiano in parti uguali ha una bella struttura e un naso piacevole. Colore intenso, dai toni dichiaratamente dorati, si presenta con un naso integro e integrato. Mineralità, spezie dolci e frutta succosa e abbastanza matura. Comincia con questa vena di terra vulcanica e continua con il soffio del mare con uno spruzzo iodato che lo rallegra all’olfatto. Poi la componente legno, leggera ed ancora del miele, le nocciole tostate ed una lievissima scia di cera d’api. Colpiscono tra i frutti le note agrumate. La buccia di limoni caramellata e gli oli essenziali delle arance. Caldo, il palato è ben bilanciato da una spiccata sapidità così saporosa e gradevole, una certa freschezza. Una buona persistenza completa questo bicchiere ricco, appagante e completo.
Poi c’è questa bottiglia fuori dagli schemi. Quando parliamo di territori così specifici e caratteristici come Ischia abbiamo imparato a declinarla attraverso gli autoctoni. Spesso sentiamo del forastera e del biancolella, la san leonardo ed i in generale dei suoi bianchi belli ed inconfondibili; passiamo per il piedirosso ed un po’ di guarnaccia che hanno lì un profumo unico e minerale. Però, e nella vita di un sommelier arriva sempre un però, ci si abbandona a qualche eccezione. La mia trasgressione incomprensibile è il Meditandum di Pietratorcia. Non giudicatemi ma quello è buono! Vino ottenuto da viognier al 40%, malvasia di Candia ancora al 40% e tramarne per il rimanente 20%. È sottoposto ad appassimento su pianta; le uve sono raccolte, infatti, dopo la fine di ottobre, metà novembre.
Nonostante sia una 2006, la mia bottiglia ha una bella sapidità che sorregge la parata inarrestabile di frutta secca, fichi secchi, albicocca in confettura, scorza d’arancia candita, profumi di pasticceria, millefiori e caramella d’orzo. Ancora un guizzo di freschezza e chiude lunghissimo, profumato, dolce, dalla materia avvolgente, denso e mai non stucchevole. Trasgressione cui abbandonarsi senza rimorsi magari con una fetta di pastiera o una bella sfogliatella: riccia grazie!.
La sede è in via Provinciale Panza, 267 Forio nell’Isola D’Ischia. Tel.081908206 oppure 081907203. Sito www.pietratorcia.it . Email: pietratorcia@ischia.it . Enologo: Ambrogio Iacono. Bottiglie prodotte: 180.000. Ettari vitati:10. Uve: biancolella, forastera, uva rilla, San Leonardo, fiano, piedirosso, guarnaccia, aglianico, syrah.
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