Scario, ristorante U Zifaro

Lungomare Marconi, 43
Tel. 0974.986397
Sempre aperto, a pranzo e a cena

C’è un Cilento interno, semisconosciuto, nascosto, impenetrabile e bellissimo e c’è il Cilento marinaro, quello delle spiagge immense, delle gole e delle grotte che è difficile riempire persino il giorno di ferragosto a pochi chilometri dalla sempre modaiola Palinuro. Ma le vacanze di mare vere, quelle di sana vacatio nei piccoli borghi silenziosi, senza fretta per nulla e per nessuno, hanno sicuramente più fascino. Soprattutto in prossimità di weekend discotecari e di calvari in autosole intensificati dai soliti lavori in corso fuori-tempo-massimo, conviene rifugiarsi nei piccoli porticcioli e nelle calette del golfo di Policastro.

La scelta tra diverse offerte, tutte di qualità, non manca. Nel bel borgo di Villammare, alle porte di Sapri si è appena aperta l’ennesima tentazione di quel diavoletto di Enzo Crivella, una elegante gelateria artigianale affacciata sul mare per chiudere in dolcezza le cene estive della vicina Cantinella del Mare. Pochi chilometri più in là, dopo il bel lungomare di Capitello, le camere in pietra tra gli ulivi e la spiaggia privata di Cala del Campo, nuova struttura inaugurata questa primavera, un’altra fiera bandierina della cucina cilentana con il suo ristorante Gelsomare. E finalmente ecco Scario, davvero il paese delle ferie di quando eravamo piccoli, di quando, cioè, il divertimento della vacanza di mare era il mare. Non serviva molto altro. Le case tutte bianche con fiori sui balconi, il porticciolo con qualche gozzo che per pochi euro ti porta sino a Punta Infreschi per un piccolo, grande, viaggio nella memoria.Sul lungomare liberato dalle auto e dai rumori i ristoranti e le strutture di accoglienza si sono adeguate ad un turismo di qualità senza stravolgimenti, semplicemente con qualche attenzione al gusto e al servizio. Come hanno fatto, ad esempio, le signore dell’Incontro, madre in cucina e figlia in sala, poche ricette di tradizione tutte magistralmente eseguite.

L’altro posto da visitare è U’ Zifaro, una bella trattoria bianca e azzurra, sembra una taverna di mare greca. E greco per davvero sembra il proprietario, Vito, ricci ribelli e colorito da pescatore, figlio di Antonio che in paese chiamavano zifaro, gabbiano, incapace di allontanarsi dal suo mare, goloso di pesce azzurro. L’ambiente del locale è arredato con semplicità, pochi coperti, ci si sente subito vecchi clienti, invitati alla chiacchiera tra un tavolo e l’altro. In estate si mangia anche fuori, con vista sull’acqua limpida e le barche che dondolano pigre al sole, come gli abitanti. Qualche sfizioseria negli antipasti, come le polpettine di orata ma, soprattutto, un signor menù di pesce, suddiviso in quattro piccole liste e cioè le quattro canoniche maniere di cucinarlo: fritto, al forno, alla griglia e in zuppa. Non ci sono asterischi: in cucina finisce solo quello appena pescato. La frittura mista è da provare: fragrante, fatta con olio buono, completa di alici e moscardini. Poi ci sono altri piatti classici come le alici in tortiera o i sautè di cozze e vongole, ma anche il tonno con i pistacchi e le verdure, gli involtini di pesce spada, la zuppa di alici e cipolla. Tra i primi Vito suggerisce i paccheri alla puttanesca con i frutti di mare, o le orecchiette con mandorle e gamberetti oppure, se siete fortunati, le linguine con i ricci, che da sole valgono il viaggio. Bisogna amare il pesce per godersi questa cucina, nessun artificio, persino poco sale: i prodotti si presentano con il loro sapore, le verdure nella loro stagione.Il servizio è alla buona, ma sempre attento. Il pane è squisito; c’è una discreta lista dei vini che fa incursioni in diverse regioni ma giustamente privilegia i bianchi del Cilento. Si chiude con qualche dessert della casa: una fresca mousse di cioccolato bianco o il tortino ai mirtilli. Conto sui 30 euro.

Virginia Di Falco


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