CIANFAGNA
Uva: tintilia
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Il Centro Italia conosce un nuovo fervore vitivinicolo, forse sta davvero finendo la lunga era glaciale montepulciano-trebbiano, grazie ad alcuni vitigni autoctoni su cui le aziende hanno iniziato a lavorare con dedizione nelle ultime vendemmie. Mi riferisco alla passerina laziale, al pecorino e soprattutto alla Tintilia capace di marcare bene l’identità molisana come nessun’altra cosa conosciuta in quella regione. Un vitigno di cui era pieno nell’800, poi quasi estinto dalla fillossera e sostituito dal Montepulciano, il primo impatto dello tsunami rosso, i cui effetti sono arrivati sino in Calabria, è stato qui. Non vi parlo della Tintilia di Cantine Cipressi fatta dal bravo enologo Goffredo Agostino, bensì di una azienda vicina, non lontana dal lago di Larino, sulle colline , neanche quattro ettari di terreno, nata nel 2000 e che ha iniziato a etichettare nel 2004. Noi abbiamo provato la versione 2005 e facciamo subito un avviso ai naviganti: è un rosso particolare rispetto a quelli a cui in genere ci siamo abituati in Italia, molto simile al Piedirosso dei Campi Flegrei per la sua peculiarità. Un po’ l’annata difficile, un po’ la lavorazione in acciaio, il Sator 2005 ha un sottofondo acerbo e amaro che accompagna tutta la beva sin dal primo impatto olfattivo verde. Intenso e persistente, lo facciamo rientrare per questo di forza tra i vini tipici, dunque con il varietale molto ben definito, e soprattutto abbinabile, ossia da bere a tavola con preparazioni ben strutturate, grasse e con tendenza dolce come ad esempio la parmigiana di zucchine o anche la zuppa di cannolicchi. Un vino vero, dunque, di cui bisogna attendere l’evoluzione nel corso dei prossimi anni. Vedete, noi possiamo considerare i vitigni autoctoni da un duplice punto di vista commerciale, ossia di colui che punta sulla novità del nome per poi presentare un bicchiere omologato e compresso, oppure quello di chi accentua i caratteri del vitigno senza scadere in note ruffiane e puntando per questo proprio sulla diversità per affermarsi. Noi preferiamo la seconda linea, non per motivi ideologici, ma perché è così che si salvaguarda la diversità del bicchiere e si rende interessante il lavoro di scoperta dei vini, dei produttori e dei territori. Il Molise, forse il territorio più di ogni altro costretto alla omologazione prima dei vitigni nazionali e poi di quelli internazionali, si sta smarcando grazie soprattutto alla Tintilia e, in parte, all’Aglianico e alla Falanghina di cui abbiamo buoni esempi in giro. Ecco allora un vino fresco per l’estate e per la beva in compagnia, nelle grandi tavolate fra amici in cui il tempo riesce a sospendersi. Un’azienda da seguire perché sicuramente regalerà buone soddisfazione agli appassionati.
Sede a Acquaviva Collecroce. Contrada Bosco Pampini. Tel e fax 0875.970253. www.cianfagna.com. Enologo: Manuele Prini. Ettari: 3,5 di proprietà. Bottiglie prodotte: 6000. Vitigni: tintilia, aglianico.