Nicola Caputo è conosciuto in Campania come produttore di vino, a Teverola nell’Aversano. Oggi il suo nome è sui giornali nazionali insieme a quelli di Crisafulli e Papania a seguito delle decisioni della Commissione di Garanzia del Pd presieduta da Luigi Berlinguer di non candidarlo. Nicola Caputo è indagato nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli che gli contesta alcune spese effettuate come consigliere regionale.
Non sono giudice e non ho bisogno di prove. Mi auguro che tutto si risolva in una bolla di sapone.
Ma lavoro nella comunicazione e ricordo perfettamente quanto dissi ad alcuni produttori di vino: non credo sia un bene affidare a un produttore che fa il politico la promozione del vino campano pagata dai soldi pubblici.
Parliamo di tre anni fa, dopo la decisione di un assessore del Pd, Andrea Cozzolino, di sciogliere l’Ersac che aveva fatto questo lavoro da sempre. Il suo successore Gianfranco Nappi lavorò per creare un Istituto della Vite e del Vino sul modello siciliano privatizzando la promozione e in questa vicenda Nicola Caputo ebbe un ruolo fondamentale del pigiare il piede sull’acceleratore occupando posti di responsabilità. Le nomine furono fatte nell’ultima giunta presieduta da Bassolino poche ore prima del voto.
Non avevo, e non ho, nulla contro Nicola Caputo, Andrea Cozzolino o Gianfranco Nappi. Ma sembrò abnorme che un produttore di vino fosse al tempo stesso regista della promozione del vino con i soldi pubblici. In nessuna regione italiana avveniva una cosa del genere. Vero è che nessuna regione italiana ha lasciato quattro dei suoi sei milioni di abitanti affogare nella munnezza per tre mesi.
Ma nel declino dell’era bassoliniana non c’erano orecchie disposte ad ascoltare, si obbedì alla logica dei tarallucci e vino, delle faraoniche inaugurazioni di Enoteche Regionali rimaste aperte solo per il taglio del nastro, di 500mila euro spesi solo per lo studio di fattibilità e via di questo passo eliminando completamente i fondi alla ricerca.
Con il cambio di giunta e la vittoria di Caldoro sono stati ben altri i problemi da affrontare, le casse erano state completamente svuotate e tutto è rimasto sulla carta.
Oggi la Regione Campania è in forse addirittura per la partecipazione al Vinitaly.
Chi avesse voglia di leggere quello che scrissi in quel periodo può farlo cliccando qui.
E mentre sono contento che nessun assessore regionale è mai stato invitato alla presentazione di una mia guida, mi chiedo: ma possibile che la Procura della Corte dei Conti non apra una inchiesta su queste spese fatte con i soldi dei contribuenti? Così, giusto per capire se è stato fatto tutto in regola.
E mi chiedo: sono davvero cambiate le cose o i responsabili della disastrosa politica degli ultimi quattro anni stanno sempre al loro posto?
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