di Maurizio Valeriani
Siamo in Sardegna, ed esattamente ad Usini (SS), terra famosa per il carciofo spinoso, forse il miglior carciofo d’Italia, ma nota anche per i vitigni Cagnulari e Vermentino. Ed è proprio il Vermentino, che nasce in questa zona da terreni calcarei, l’oggetto dell’evento, organizzato dalla famiglia Cherchi, per celebrare i 30 anni della sua celebre etichetta Tuvaoes.
Di grande interesse quindi la degustazione organizzata da Salvatore Cherchi e dal padre (fondatore dell’azienda) Giovanni Maria (detto Billìa) Cherchi, volta a ripercorrere attraverso 15 annate, la storia di questo straordinario vino.
Prima di avventurarci nel descrivere le nostre impressioni vogliamo però fare una premessa. Diverse sono le differenze riscontrabili nella produzione del Vermentino in Sardegna. La Gallura ad esempio, con suoli da disfacimento granitico, dà luogo a vini sapidi e con una grande mineralità (quasi sempre D.O.C.G Vermentino di Gallura), nel resto della Sardegna (Vermentino di Sardegna D.O.C.) si producono vini molto differenti tra loro, in base a terreni, esposizioni ed esperienze di vinificazione.
Il Vermentino di Usini rappresenta in ogni caso un unicum, con mineralità spiccata e maggiore aromaticità rispetto al resto dell’Isola, anche se non siamo assolutamente d’accordo con chi vede similitudini con il Sauvignon.
Senza tergiversare oltre ecco le nostre impressioni sui vini degustati:
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2016: : toni di frutta secca, mela e fiori bianchi, si uniscono a sensazioni floreali ed anticipano ricchezza, tensione gustativa e sapidità; già risulta convincente, ma ha bisogno di affinamento in bottiglia;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2015: sorso dinamico e progressivo, senza rinunciare a ricchezza del frutto e complessità olfattiva; il finale di erbe aromatiche si accompagna ad una piacevole scia salina e a ricordi di macchia mediterranea;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2014: la 2014 si conferma una grandissima annata per la Sardegna anche attraverso l’assaggio di questo vino, sapido, speziato, ricco, elegante che chiude con ricordi di agrumi e frutta secca;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2013: cominciamo ad avvertire i primi sentori, seppur accennati, di idrocarburi, con frutta matura in evidenza, anche se emergono sapidità e pienezza del sorso;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2010 e 2009: probabilmente due bottiglie sfortunate, che mettono in evidenza marcate note ossidative;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2008: integrità del frutto, struttura, eleganza, e grande progressione gustativa. Uno dei nostri migliori assaggi;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2004: sorprendente l’integrità per un vino che ha circa 13 anni sulle spalle e sembra non avvertirli; sapido e speziato, chiude con ricordi fumè e di macchia mediterranea;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2003: nonostante l’annata calda ancora sapidità e freschezza e toni ossidativi non ancora smaccati;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 2002: in questo caso purtroppo l’ossidazione ha cominciato a fare il suo corso, nonostante sapidità e ricchezza gustativa;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 1996: un po’ meglio del 2002 con toni speziati e fumè che si uniscono alle sensazioni ossidative;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 1993: integrità del frutto, sapidità e sensazioni di pesca, frutti gialli e fiori secchi sono al centro dell’assaggio di questo vino, che ha quasi 24 anni, e sembra non sentirli. Gli perdoniamo tranquillamente il finale non lunghissimo ed una struttura non elevatissima;
Vermentino di Sardegna Tuvaoes 1988: Insieme alla 2008 e alla 2014, è il nostro miglior assaggio. In evidenza toni di spezie, zafferano, e frutti gialli. Buona la persistenza e la pienezza del sorso, lascia sensazioni floreali di ginestra e gelsomino; questa è l’evoluzione che vorremmo sempre per un vermentino;
Vermentino Tuvaoes 1987 (in etichetta vino da tavola Vermentino di Usini Vigna Tuvaoes): la prima annata prodotta di questo vino, non ha retto all’evoluzione e il profilo ossidativo risulta ormai delineato;
Selezione Billia 1986 (non era ancora Tuvaoes in etichetta): grandi note fumè e toni speziati e di frutta secca, anticipano ricchezza, struttura e lunghezza gustativa;
Abbiamo infine assaggiato il nuovo nato “30 vendemmie” (50% proveniente dall’annata 2013, il 25% dalla 2012, ed il 25% dalla 2011), ed in questa fase non ci ha pienamente convinto. Ci riserviamo di riassaggiarlo in seguito e sospendiamo il nostro giudizio.
Per concludere e per rispondere alla domanda che tutti vi sarete fatti “Quanto può evolvere un vermentino?”, rispondiamo ironicamente con un detto abbruzzese: “Quando canta la tordaca o piove oppure no”. Ciò vuol dire che non si può stabilirlo precisamente perchè dipende da molti fattori: andamento dell’annata, zona, gestione della vigna, vinificazione, affinamento etc..
Si può certo dire comunque che alcuni vini di annate non recenti (2008,1988,1993 ad esempio) ci hanno senz’altro convinto a dimostrazione che alcune potenzialità di evoluzione ci sono, almeno in questa zona della Sardegna. Sarà interessante ripetere questo tipo di esperienza anche nelle altre zone per approfondire il tema dell’evoluzione dei vini provenienti da questo straordinario vitigno.
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