Santo Palato Roma
Piazza Tarquinia, 4 A/B
Tel. 06 7720 7354
Aperto: solo la sera, sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso: lunedì
Ma davvero non sei stato da Santo Palato? Ecco la domanda che mi ha perseguitato negli ultimi mesi sul locale nel quale non c’è gourmet del 2.0 che non si sia precipitato a mangiare i robusti piatti della tradizione romana. Un successo dovuto non solo alla buona comunicazione, ma ad una cucina semplice e diretta, decisamente efficace come sempre avviene quando si pesca nel passato.
Ed è proprio il gioco sul passato il segreto di questo successo a Santo Palato a Roma. Appena entrato sono improvvisamente ringiovanito di 40 anni, quando si andava nelle trattorie universitarie a poco prezzo mangiando bene e spendendo poco. Esattamente quello che accade qui. Ci si trova in una sorta di Truman Show vintage del cibo comodo e rassicurante perchè giocare sul passato consente di vincere facile, viste soprattutto le incognite del futuro e questo presente scialbo senza qualità come l’uomo di Musil.
Santo Palato a Roma. E in effetti l’unico appunto che possiamo fare è la concessione moderna e frou frou dello spaghettone, un formato di pasta che non ha storia e che è sempre molto difficile da gestire nei ristoranti perchè perde subito la cottura al dente in un attimo di disattenzione. Un tema che trattiamo spesso, quello dello spaghettone e, più in generale, della pasta artigianale: a volte una buona pasta industriale è decisamente meglio, come la Smart è preferibile alla Ferrari se sei sul Grande Raccordo Anulare alle 8 di mattina. Un buon bucatino avrebbe tenuto la cottura perfetta degli altri piatti senza cedere amido nell’amatriciana.
Detto questo fantastica la pasta e fagioli con la testina, buonissime trippa e coppa di testa con la buona idea del cavolo quasi crudo.
Buona la carta dei vini, con giusti ricarichi e colta. All’inizio ti viene offerto un simpatico bicchierozzo di vino bianco e gazzosa e, forte della mia memoria, non ho avuto esitazione a scegliere un rosso frizzantino e a chiedere di restare con lo stesso bicchiere perché certi vini al calice proprio non si possono bere e la simpatica signorina che regge la sala è stata al gioco (“è la prima volta che mi capita, ma allora le do il piccolo come si usava prima, grande per acqua e piccolo per il vino”).
CONCLUSIONI
Santo Palato è sicuramente un luogo da frequentare in modo compulsivo, la cucina è di sostanza e precisa, tecnicamente dotata, divertente e divertita, la materia prima è da sballo perché ci sono i migliori fornitori di Roma e del Lazio, la proposta segue anche i capricci del mercato e della stagionalità. Avevamo prenotato in incognito e in tre il conto di quello che vedete non ha superato i 60 euro, compreso il vino. Una formula fortunata che delinea un po’ quello che sarà il futuro della trattoria italiana quando le gestioni familiari saranno solo un lontano ricordo.
Santo Palato a Roma
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