di Enrico Malgi
Nelle mie scorribande alla ricerca dei migliori e più longevi vini bianchi italiani non poteva certo mancare il Vermentino di Gallura ed in particolare il famoso cru Santigaìni di Capichera della famiglia Ragnedda che ho avuto la fortuna di assaggiare circa due anni fa attraverso due eccellenti millesimi, 2016 e 2014.
In questa ulteriore occasione ho voluto privilegiare l’annata più vecchia per avere conferma della sua immancabile tenuta nel tempo. Si tratta di un vino che viene messo in commercio dopo quattro anni dopo la vendemmia e che è prodotto in poche bottiglie fin dal 2003.
Santigaìni (che vuol dire “ottobre” in dialetto locale) Isola dei Nuraghi Igt 2014. Vermentino in purezza coltivato nell’appezzamento di “Coddhu ecchju”. Raccolta delle uve surmature tra fine settembre ed inizio di ottobre. Affinamento per circa otto mesi in barriques e poi elevazione in vetro. Gradazione alcolica di quattordici e mezzo. Prezzo finale di 160,00 euro.
Nel bicchiere occhieggia e si esalta un coreografico, luminoso e vivace colore giallo dorato. Dall’ampio e poliedrico bouquet si diffondono a tutto tondo profumi: pesca, albicocca, pera, mela, clementina, nespola, nocciola, mandorla, noce, kiwi, avocado, mango e frutto della passione. Buone proposizioni floreali e vegetali, che vanno ad alimentare ancora di più la piacevole rimembranza olfattiva. Ottime poi le costumanze speziate, insieme a precisi ricordi empireumatici e di pietra focaia. In bocca esordisce subito un sorso imponente per struttura, avvolgenza, materia e complessità come fosse un rosso datato e che si dipana attraverso un gusto secco, caldo, intenso, etereo, dirompente, ficcante, infiltrante, polposo, espansivo, sapido, tagliente, rotondo, elegante e balsamico. Sviluppo palatale esplosivo, temperamentale, vibrante, fibroso, seducente, accattivante, armonico e dinamico. Avrà ancora molto tempo davanti a sé. Da abbinare ad un bel risotto ai frutti di mare e frittura di pesce, ma per la sua struttura va bene anche su piatti di terra. Allungo finale decisamente appagante e persistente di un vino raro e davvero straordinario, che nella sua categoria di appartenenza è stato il primo ad essere sottoposto ad affinamento in barrique e che può competere ad armi pari con tutti i migliori bianchi d’Italia e non solo.
Azienda Vitivinicola Capichera
Arzachena (SS) – Strada Arzachena – Sant’Antonio Km 4
Tel. 0789 80800 – 80612 – Fax 0789 80619
Info@capichera.it – www.capichera.it
Enologo: Fabrizio Ragnedda con la collaborazione di Marco Costia
Ettari vitati: 50 – Bottiglie prodotte: 250.000
Vitigni: Carignano, Syrah e Vermentino.
Report del 06.04.2021
Una vera icona regionale, la cui livrea è disegnata su una tonalità di giallo paglierino dorato brillante. Lo stimolante ventaglio aromatico è impreziosito da un ricco corredo di nuances di frutta esotica ed in parte nostrana, da ampi profumi floreali di gelsomino, biancospino, ginestra ed iris e da ottime credenziali di erbe aromatiche. All’appello non mancano poi rigurgiti di una folta speziatura. Impronta salmastra. In bocca arriva un sorso caldo e che subito manifesta finezza, consistenza, complessità, sensualità e corposità, insieme ad una spiccata freschezza. Polpa ancora giovane e fragrante. Silhouette aristocratica, raffinata e fascinosa. Portamento austero. Il finale è giocato su una naturalezza di toni evoluti e dinamici, per cui è facile pronosticare ancora lunga vita a questo meraviglioso vino. Da accostare ad una zuppa di aragosta al modo sardo e formaggi erborinati.
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