Uva: moscato di Terracina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 28/30. Palato 26/30. Non Omologazione 32/35
Certo, non sono i premi a fare i vini o un’azienda. Ma nel caso del moscato secco prodotto dalla cantina Sant’Andrea i premi ci stanno proprio bene. Quello di cui parliamo è il vino in versione secca, l’etichetta Oppidum 2011.
Prodotta con uva moscato di Terracina, sicuramente il vitigno più interessante della riviera di Ulisse. E la storia di questa cantina laziale ricorda molto quella del personaggio mitologico greco: Le origini affondano a Pantelleria, a metà Ottocento. Negli ultimi decenni del secolo, il trasferimento in Tunisia. la fillossera e le disposizioni politiche del paese nord africano fanno ritornare la famiglia lungo le coste dello Stivale, scegliendo questa volta la bassa costa laziale.
Un giro nel Mediterraneo che si avverte nel lavoro della cantina. Così come si avverte in questa versione secca del moscato di Terracina, vitigno che deve proprio al grande sforzo di questa azienda l’avvio di una sua seconda giovinezza.
Azienda chiocciola e vino slow nel corso delle ormai passate edizioni della guida ‘Slow Wine’, visto che oramai è in fase avanzata il lavoro per la nuova annata, un fregio per bottiglie che, oltre a una qualità organolettica eccellente, riescono a condensare nel bicchiere caratteri legati al territorio, storia e ambiente.
Fin qui il discorso aziendale. Oppidum è vino che accompagna sempre. La carica aromatica del vitigno di partenza è talmente ben bilanciata che fanno del vino compagno ideale per diversi e inesplorati percorsi a tavola. Bello alla vista, giallo paglierino carico, notevole la carica aromatica olfattiva. Al naso l’aromaticità del vitigno offre un ventaglio olfattivo molto intenso e inebriante, mai soprattutto banale: tanta frutta tropicale e frutta a polpa bianca e gialla e poi un bel sentore di buccia d’arancia. Stesso discorso quando si passa al palato, dove si avverte la completa corrispondenza con l’olfatto. Vino ovviamente dolce e morbido al primo impatto, ma poi emerge la bella nota fresca che lo rende piacevole e mai stancante.
Noi lo abbiamo provato su un mix di primi piatti mare-terra: da una parte dei fusilli con gamberi e polpa di granchio e dall’altra degli scialatielli con tartufo. Abbinamenti interessante.
Questa scheda è di Pasquale Carlo