È quando arrivano le prime refole dell’Autunno che viene voglia di bere Taurasi. Ci si ritrova così in una verticale spettacolare organizzata da Riccardo Morelli a La Molara, la cantina che conduce con passione, lui amante di grandi vini. Una azienda tutto sommato giovane, nel cuore dell’areale, appena fuori il paese, dove l’Aglianico è ben acclimatato e gode di forti escursioni termiche.
Si comincia con Fiano di Avellino e Greco, entrambi 2014, messi in commercio con un anno di ritardo come piace a noi. Poi la cavalcata che, passando per l’Irpinia Campi Taurasini 2013, parte dal Santa Vara 2010 sino al 2005, ancora giovane e imberbe.
Sin dall’inizio la mano è quella di Antonio Pesce, figlio d’arte, profondo conoscitore dell’Aglianico in Irpinia. Il suo è uno stile sostanzialmente tradizionale, il legno necessario senza strafare, l’uva matura e non surmatura. La 2010 promette bene, in linea con i test realizzati di una annata ben assestata che sta regalando buone soddisfazioni agli amanti del Taurasi.
In grande evidenza le caratteristiche di queste bottiglie: naso di ciliegia e tabacco, sottobosco e cenere, palato decisamente fresco e pimpante anche in annate più calde, chiusura pulitva e amarognola.
Come sempre accade, difficile prevedere la vita di queste bottiglie: certo che la 2010 ha davvero molti anni da spendere grazie alla grande energia che esprime in ogni sorso. Come del resto la 2005 a cui siamo giunti in questa verticale. Si tratta di vini abbinabili al cibo di tradizioni, alle carni e ai formaggi, bicchieri gastronomici che bevuti insieme agli amici non possono assolutamente stancare. Il nostro consiglio? Comprarli a casse e conservarli per tutti i vostri migliori pranzi nei prossimi venti, anche trenta, inverni.
www.lamolara.it
Contrada Pesco, Luogosano
Tel.0827.78017
Enologo: Antonio Pesce
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