TENUTA TERRE NOBILI
Uva: greco
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
La prima impressione: vino salato di quelli che da un po’ adoro. Al naso, eliminata la quota di chardonnay della vendemmia 2008, esplodono frutta e leggiadra freschezza, perfettamente corrispondenti ad un palato fresco e “fruttoso”, di quella frutta piena, non troppo matura e perciò non stucchevole. La persistenza aromatica è davvero lunga, il vino seduce insistentemente il palato, rilasciando in sequenza aromi fruttati e agrumati, fusi con un’irresistibile sapidità. All’aspetto è cristallino, di colore paglierino tenue. Il naso è intenso, vengono fuori progressivamente, fiori di zagara, pesca bianca, arancia di Calabria matura e pompelmo. In retrolfattivo ritroviamo le identiche emozioni. Tutto ciò è frutto delle magnifiche uve che ben allignano nel microclima collinare della Valle del Crati, molto diverso da quello di Cirò sullo Jonio, qui abbiamo l’autorevolezza del Pollino, la sapidità del mar Tirreno e i venti freddi della Sila, con decise escursioni termiche, buona ventilazione ed esposizione ottimale su colline tra i 250 e i 350 metri sul livello del mare. Abbandonata quella nota “stonata” internazionale, il vino si offre in tutta la sua maestosità, pieno, ricco, elegante, persino minerale, un palato da non dimenticare. La consistenza al bicchiere in roteazione è notevole, ma, i 14, 5% vol. di alcool non si avvertono affatto, soggiogati da frutto, freschezza e sapidità.
E’ un vino che va giù, d’estate come d’inverno, (non sopporto chi beve rossi d’inverno e bianchi solo in estate. I rossi serviti a giusta temperatura sono bevibilissimi e piacevoli anche in una serata agostana.) Abbandonata l’“International grape variety”, il vino richiama decisamente note territoriali ed identitarie, anche perché si tratta di un non filtrato, prodotto in regime biologico certificato, con tutti i paletti che ciò comporta. E’ un po’ come Lidia, che lasciati gli studi a Bologna, torna a casa per riprendere la terra, le origini di famiglia, l’essenziale. Ecco, “Santa Chiara” è essenziale, non ha bisogno di altro, di sovrastrutture, di progetti o protocolli più o meno legnosi. Segue invece una via assolutamente naturale. Le vigne sono nel Comune di Montalto Uffugo, su terreni per lo più argillosi, territori ricchi di fascino e di storia da sempre vocati alla produzione del vino.
Giuseppe Maria Alfano, nel suo libro “Istorica Descrizione del Regno di Napoli” pubblicato nel 1798 scrive: Città sopra una collina, d’aria buona, Diocesi di Cosenza, 12 miglia distante da detta città. Il suo titolo di Ducato è di Moncada. Fu un tempo chiamata Uffugo, e fu sede Vescovile, ma, scemata la popolazione, fu annessa alla Metropolitana di Cosenza. Produce grani, legumi, frutti, vini, olj, gelsi, e miniere di marmo bianco, solfo, piombo e vitriolo”. I 36 ettari di Lidia Matera sono anche impiantati ad uliveto. Le tecniche in vigna, compreso il diradamento estivo dei grappoli, sono mirate a frenare la produzione tra i 1000 ed i 1100 grammi di uve per pianta, rese basse, 45 q. li/ha. La vinificazione è in bianco, una volta tanto, niente macerazione sulle bucce, vendemmia a metà settembre.
Lidia è profondamente attaccata alla propria terra, è fiera della sua scelta d’amore per gli ideali condivisi con papà Ennio che, mi dice al telefono, le ha insegnato che il mondo è nelle mani di chi ha il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. Lidia vive tutti giorni il suo sogno, sprizza energia positiva da tutti i pori, immersa nella bellezza poco conosciuta della Val di Crati, puntando all’eccellenza sempre e comunque. Testimoniando in giro per l’Italia e per il mondo la grandezza della Calabria, il vino deve avere le gambe, Angelo Gaja docet. Oltre ai chilometri percorsi Lidia ha organizzato l’accoglienza e la degustazione in cantina per testimoniare direttamente la bellezza del territorio facendo in modo che sia il pubblico ad avvicinarsi alla terra dalla quale nasce il vino, senza limitarsi allo sterile scaffale di un punto vendita.
Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Montalto Uffugo, contrada Cariglialto. Tel e fax 0984.934005 – mob. 320.5777542. lidia.matera@libero.it Enologo: Mario Ercolino. Ettari: 36 di proprietà di cui 12 vitati. Bottiglie prodotte: 35.000. Vitigni: greco, chardonnay, nerello mascalese, magliocco, merlot.
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