Uva: 100% falanghina
Vinificazione: fermentazione in acciaio (in parte, in legno); maturazione in legno
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Quando circa tre lustri fa si accendeva la voglia di raccontare il territorio sannita attraverso i suoi ricchi sapori e i suoi tanti colori mai avrei pensato di trovarmi un giorno di fronte alle immagini che abbiamo tutti sotto gli occhi. Paura e danni segnano una terra di cui ho sempre parlato con passione e fiducia. Ed era questo un pensiero che a quei tempi non scalfiva minimante neanche la mente di Lorenzo Nifo, che proprio in quegli anni avviava il suo interessante percorso enologico. Tra i suoi progetti, quello di dedicare uno dei suoi vini di punta all’Alenta, il corso d’acqua che lambisce le sue proprietà proprio prima di tuffarsi nelle acque del Calore. Quel piccolo fiume che giovedì scorso, come tutti gli altri corsi d’acqua che bagnano quest’ampia fetta di territorio sannita, ha deciso di seminare paura e danni. Fiumi che ingrossati da precipitazioni abbondanti hanno rotto un precario equilibrio, mantenuto tale solo grazie alla loro grande pazienza.
Oggi mi piace riprendere il racconto di questo territorio e dei suoi vini proprio con la falanghina vendemmia tardiva (Sannio Doc) prodotta da Lorenzo nell’annata 2010. Un millesimo caratterizzatosi per una forte trama aromatica e la sostenuta acidità. E la carta d’identità dell’annata è ben avvertita nel calice, segnato dal bel giallo carico – frutto della raccolta avvenuta ben oltre la terza decade di settembre – e da una brillantezza e una vivacità per nulla scalfite dai cinque anni di vita. Impianto olfattivo ampio, caldo e agrumato, con tratti che richiamano anche leggere speziature dolci. In bocca il vino mostra il suo volto più giovane, fresco con una baldanzosa piacevolezza che regge bene il carico fruttato giallo maturo e la dolcezza che è sprigionata dal notevole impianto alcolico. Vino da bere adesso, spendibile su ampie proposte di zuppe, primi piatti di mare, dell’orto e del bosco, carni bianche e formaggi saporiti poco stagionati, come la Trebula prodotta dall’azienda agricola Corte Ciervo di San Salvatore Telesino. Ma anche da attendere qualche anno.
Questo vino dedicato al “piccolo torrente – per usare le parole utilizzate nella retro etichetta da Lorenzo – che attraversa la nostra amata terra” oggi si caratterizza per il suo sorso capace di rievocare i versi di Giuseppe Ungaretti che, citando l’Isonzo ne ‘i fiumi’, descriveva “quelle occulte mani che m’intridono” capaci di regalare “la rara Felicità”, quella felicità di sentirsi in armonia con la natura.
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede a Ponte – via Piana, 62 – tel/fax 0824.876450 – info@nifo.eu – www.nifo.eu – agronomo: Lorenzo Nifo – ettari vitati: 20 – bottiglie prodotte: 70.000 – vitigni: aglianico, falanghina, sangiovese, piedirosso, fiano e greco
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