Uva: 100% barbera
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Fascia di prezzo: non è sul mercato
Scrivo, tanto nessuno potrà contraddirmi. Primo perché sto parlando di una versione di barbera (quella ovviamente prodotta in terra sannita) affinata per un rilevante periodo di circa otto mesi in barrique di primo passaggio. Secondo perché parliamo di una versione con diversi annetti sul groppone, considerato che il riferimento è ella vendemmia 2009. Un vero e proprio esame per l’etichetta ‘Sannio Barbera’ (2009, appunto) prodotta dalla Vinicola del Titerno. Barbera che possiamo definire “accademica”, nel senso che diventa, per le sue tante caratteristiche, un vino da esame. A rendere ancora più difficile questo esame è che non abbiamo altri riferimenti, perché i fratelli Talio e Alfredo Di Leone questo particolare protocollo produttivo lo hanno seguito solo in occasione della vendemmia 2009. Unica certezza è la provenienza delle uve, che arrivano dalla campagna di Castelvenere, il luogo dove il vitigno trova da sempre il suo habitat storico.
Una barbera (il femminile è d’obbligo, perché da sempre così chiamata in loco) “accademica” anche perché, contribuendo a saldarci ancor di più le caratteristiche semiaromatiche di questo vitigno tipico, finisce esattamente per spiazzarci, quasi a contraddire quello che più volte abbiamo detto e scritto.
Primo esame: colore. La barbera è un vino riconoscibile per il suo bel rosso violaceo nel bicchiere. In questo caso abbiamo un colore che magari ha perso brillantezza, ma ancora vivo, un bel rosso granata con una leggerissima – ma proprio leggerissima – unghia che tende verso l’aranciato. Prima sorpresa.
Secondo esame: olfatto. Si è sempre detto che la barbera è riconoscibile soprattutto al naso, per la sua freschezza di piccoli frutti rossi, di rosa e violetta. Qui il naso è abbastanza spento, corretto ma senza avvertimenti freschi, nascosto dal dolce del legno, comunque non invadente. Seconda sorpresa.
Terzo esame: gusto. La barbera è un vino giovane, pienamente apprezzabile di annata o a pochissimi anni dalla vendemmia. Almeno così abbiamo sempre detto e scritto. Incredibile ma vero. E’ proprio al palato che emerge con maggior impatto la tipicità del vitigno, facendo avvertire ancora ben impressi i frutti citati sopra. Ben avvertita ancora la freschezza, grazie ad una notevole spinta acida che regge la beva, forse leggermente sporcata proprio dagli effetti di lontananza lasciati dal legno. Terza sorpresa.
Insomma un calice ancora godibile a sei anni dalla vendemmia. Benedetta la cena che ci ha fatto incontrare, una degustazione organizzata direttamente nella cantina di Massa di Faicchio, con un menù a base di castagne elaborato dal terzo fratello Di Leone, Amedeo, gestore del piccolo ristorante ‘I sapori del Titerno’ che ha aperto i battenti da pochi mesi nella bellissima cittadina di Cerreto Sannita.
Questa scheda di Pasquale Carlo
Sede a Faicchio, Frazione Massa, Via Iacovelli – Tel. 0824 814380 – info@lavinicoladeltiterno.it – www.lavinicoladeltiterno.it – ettari vitati di proprietà 9,5 – vitigni: coda di volpe, falanghina, aglianico, piedirosso, barbera – bottiglie prodotte: 3.000.000
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