di Carlo Macchi
Nemo propheta in patria, recita il detto, che declinato su me stesso si adatta perfettamente al rapporto che ho con i vini rossi prodotti a San Gimignano. Infatti in tanti anni (forse troppi, oramai sono vecchio) di frequentazione della patria della Vernaccia, praticamente mai mi sono scontrato, anche per caso, con un rosso di buon livello. In passato perché spesso erano imprecisi e duri, in tempi moderni perché purtroppo la modernità è stata spesso traslata in vini ancor più duri, difficili, molto marcati dal legno e senza grandi guizzi dopo un pur lungo periodo di permanenza in bottiglia.
Quindi per me la abbastanza recente San Gimignano DOC è sempre stata vista come, se mi si passa il termine, “la polvere (di barrique) negli occhi”: non per niente i nostri assaggi annuali puntano esclusivamente sulla Vernaccia, anche se il territorio ha molti ettari con uve a bacca rossa.
Poi accade che raccogli una voce che gira e in un pomeriggio nebbioso e piovoso vai a verificarla. Preciso che se non avessi avuto già buona conoscenza e stima del produttore in questione, mai mi sarei mosso da casa per assaggiare un San Gimignano Rosso e inoltre il motivo “ufficiale” della visita era l’assaggio comparato della sua Vernaccia 2013, tappata in parte con sughero tradizionale e in parte con DIAM (di questo vi parlerò in un altro articolo).
Dopo questo confronto più lungo del previsto, chiedo ad Alessandro Tofanari, vignaiolo semplice e schietto, persona fuori da ogni voglia di riflettori, di farmi assaggiare il suo San Gimignano Rosso 2011 e lui subito “Ma che succede con questo vino! Per due anni nessuno me l’ha filato e ora me lo chiedono tutti!”, poi si alza e va in cantina a prendere una bottiglia. Torna che il vino è naturalmente a temperatura di cantina e cioè attorno agli 8-10 gradi.
Oramai però era tardi, dovevo rientrare e quindi lo lascio giusto 2 minuti due sul tavolo, mentre Alessandro mi spiega come è nato, poi lo stappo e lo metto nel bicchiere.
E mentre “lo metto nel bicchiere” lo spiego anche a voi: intanto stiamo parlando di sangiovese in purezza che viene da una vigna di 15 anni in una zona piuttosto bassa, una specie di piccolo altipiano vicino al fiume.
Quindi non siamo certo sulla cima di un colle e questo, con il caldo di agosto e settembre 2011 forse e servito a rendere meno difficile la situazione. Ma questo sangiovese, dopo aver superato anche il caldo di settembre è rimasto ancora un mesetto in vigna, perché è stato vendemmiato attorno alla metà di ottobre.
Infatti Alessandro cerca di portare le uve alla massima maturità possibile tanto da arrivare in alcuni casi alla lignificazione dei tralci. Dopo la vendemmia il vino è stato semplicemente vinificato in acciaio, dove ha fatto la malolattica e dove è rimasto fino all’imbottigliamento. Stop! Niente legno, niente di niente, solo uve ben mature e la mano di Alessandro.
Il risultato è un vino, Il Fantesco 2011, dal color rubino scarico che ti fa innamorare, come ti fanno innamorare i potenti profumi: all’inizio note quasi terrose di sottobosco che piano piano si sono trasformate in frutta rossa e fiori, come rosa e giaggiolo. In effetti pare proprio un sangiovese di Lamole, anzi, se mi permettete l’assurdità, un nebbiolo di Lamole. Ricorda infatti al naso questo vitigno ma tutto quadra, perché quando il sangiovese è di altissimo livello e magari è fatto in maniera “gambelliana”, sembra un nebbiolo.
Le somiglianze col nebbiolo si fermano al palato, dove il tannino non è certo “serralunghiano”, ma comunque vivo, ancora leggermente ruvido e dolcissimo alla fine. E’, vista l’annata, anche molto fresco e poi si appoggia senza timore ad una sapidità incredibile.
Non è certamente quello che si definisce un vinone, anzi. Entra in bocca senza eccedere e poi si allunga in un bellissimo gioco tra tannicità e sapidità: è elegante e moooooolto piacevole, inoltre ha una lunghezza al palato che sorprende.
E’ un vino che mi ha fatto ricredere sulle potenzialità dei sangiovese della zona di San Gimignano, è un vino assolutamente sorprendente.
E la sorpresa più grande è il prezzo: siamo molto sotto i dieci euro in cantina. A quel punto, sgranando gli occhi, ho detto ad Alessandro che ne volevo dodici bottiglie e lui “Va bene, però devi tornare a prenderle perché devo etichettarle!”
In quanto a marketing Alessandro non lo frega nessuno, ma va bene così, l’importante è che continui a fare vini come questi.
San Gimignano Rosso DOC 2011 Fantesco
Alessandro Tofanari
Podere La Castellaccia
Via di Montauto, 18/A
53037 San Gimignano (Si)
Tel. e fax 0577 940426
Mobile: 348 9041344
Mobile: 392 9815752
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