di Marco Contursi
San Valentino, festa degli Innamorati, tutti i ristoratori a pensare cosa fare. Io invece vi dico, amici ristoratori, cosa non fare, tra il serio e il faceto, dopo essermi fatto un giro in rete, curiosando tra i vari menù proposti. Ovviamente non verranno menzionati i nomi dei locali, anche perché credo siano “errori” comuni a molti.
- Menù abbondantissimi. Ne ho trovato uno che partendo dall’entrèe e finendo al dolce, contava 9 portate, tra cui due primi e due secondi. Un matrimonio, in pratica. Se uno lo mangia tutto, dopo, al massimo rotola per spiaggiarsi sul divano. La cena, dovrebbe essere gustosa e leggera, il prodromo perfetto di un “dopo” acrobatico, infatti credo che gli innamorati vogliano assaggiare non solo ottime pietanze ma anche le labbra e tutto il resto, dell’amato. Se non a San Valentino, quando???
- Cene lunghe come tempi di svolgimento. Idem come sopra, una cena non può durare 4 ore, credo che a san Valentino una coppia non voglia trascorrere l’intera serata a tavola ma che ci sia anche un “dopo” romantico, e un “dopo dopo” piccante. Se non a san Valentino, quando???
- Esagerare coi vini. Ho letto di un menù di san Valentino, il cui wine pairing costava 100 euro, e prevedeva 8 o 9 calici. Troppi. Se bere un po’, aiuta a sciogliere i freni inibitori, troppo provoca sonnolenza e spossatezza. Un calice di bollicine e massimo 2, di vino, sono più che sufficienti, a meno che non vogliate ridurvi come Burney Gumble.
- Formaggi, aglio, cipolle, asparagi. Ma benedetti figlioli, mettere in un menù, due tipi di formaggio, belli strong, la cipolla e gli asparagi, sapete cosa vuol dire? Che dopo, tra alito pesante, ed urine appestanti (l’acido asparagusico contenuto negli asparagi causa il cattivo odore nelle urine a partire da 15 minuti dopo il loro consumo), la serata si concluderà, per i due amanti con un distanziamento 3 volte superiore a quello richiesto per il covid, per evitare spiacevolissimi episodi di emesi, da flatulenza molesta o alitosi caprina.
Idem, oltre a formaggi ed asparagi, eviterei anche fagioli, ceci et similia.
Mentre una ingestione preventiva, a partire dalle 24 ore dalla serata, di succo di ananas, e una, post cena, di una tisana a zenzero e menta, tornerà utile ;-)
- Prezzi alle stelle. Perché “è una Festa” vedo menù a prezzi folli. Cari amici, capisco la crisi, la riduzione dei coperti dovuta al covid e via dicendo ma i prezzi di alcuni menù sono fuori da ogni decenza. Un menù di 5 portate, vini esclusi, senza cibi “costosi” e soprattutto in una location assolutamente normale (anzi un po’ bruttina..), a 90 euro mi è sembrato un abominio. E il lui della coppia, non deve essere messo nella condizione di scegliere, tra portarla a cena fuori o regalarle una rosa (altra speculazione..).
- Niente distanziamento. Un ristoratore mi diceva che vista la ricorrenza, se ne frega del distanziamento e intende mettere tavoli in ogni dove. Capisco perfettamente che si esce da un periodo triste per chi fa ristorazione ma serve rispettare alcune regole un altro po’. Oltretutto, la festa di san Valentino, dovrebbe prevedere intimità e possibilità di dialogo tra gli innamorati, mi dite come possono farlo, con altri 30 cristiani nel giro di 15 mq?????????
Occhio a questi 6 punti e filerà tutto liscio, sia per gli innamorati che per chi lavora quella sera, facendoli cenare.
Lascio quindi a tutti un felicissimo san Valentino con una bella frase di Madeleine de Scudéry: “Quando si comincia ad amare, si comincia a vivere.”
Semplice, no??!!
Oddio, mica tanto…
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