Un’antica masseria di San Leucio, trasformata per alcuni anni in orfanotrofio. Uno chef di talento che ama la cucina cucinata, che sa onorare il gusto assai più dell’occhio, il piatto saporito assai più del piatto dipinto. Lo stile e l’eleganza minimalista di un piccolo relais di dieci camere situato a pochi passi dal borgo borbonico.
La Locanda delle Trame ha aperto a fine aprile e già regala emozioni a chi ama sapientemente coniugare silenzio e buona tavola. Sulla terrazza che affaccia sul belvedere di San Leucio, di fronte c’è l’oasi del Wwf. Nel nuovissimo gazebo appoggiato alla roccia si degustano piccole delizie open air; ma anche la corte interna, specialmente di sera, è suggestiva. In cucina c’è Giuseppe Daddio, cittadino del mondo nato a Maddaloni, che ha attraversato le cucine dei grand hotel, dal Badrutz’s Palace di Sankt Moritz a all’Eden e all’Es di Roma passando per Antonello Colonna. Alla Locanda delle Trame Daddio sembra aver trovato la sua location ideale.
Ha quasi carta bianca e può così sperimentare sino in fondo la sua filosofia «a furia di levare»: pochi ingredienti, grande piatto. In una serata degustazione, Daddio è capace di inventare piccoli appetizer anche con il pane: grissino con maionese e polvere di baccalà, crackers con merluzzo mantecato all’olio e ceci fondenti. Indimenticabili la zuppetta di cicerchie con polpette di verza e agnello e la divertente invenzione del fagotino di pasta imbottito di pasta e fagioli con provola su una passata di sedano. Nell’elegante menu della Locanda una giusta scelta tra la tradizione di Terra di Lavoro, il pesce di amo e di rete e le specialità firmate Daddio. Tra i piatti rivisitati del Casertano, citiamo i cavatelli di acqua e farina con filetti di peperoni, granella di olive e acciuga; e il maialino rosticciato al mirto con bieta e crocchette di patate al mais e mandorle.
Tra i piatti di pesce, spicca il filetto di dentice con couscous, crema di melanzane e spinaci e la gustosissima panzanella di pane con lo sgombro arrostito e marinato agli agrumi. Alla Locanda Peppe ama proporre la millefoglie di pasta fresca con verdure affumicate e stracciatella di bufala; l’elegante filetto marchigiano con rosti di patate e sfogliata di foie gras; il cefalo al parmigiano con riso selvaggio e fumetto all’olio vanigliato. Dolci squisiti: finalmente un cheese cake con biscotto alla cannella e frutti di bosco; e ancora una delicata mousse all’arancia e passito salsa di pistacchio; e il morbido sformato caldo di ricotta con cuore di fragole. Impeccabile carta di salumi e formaggi a chilometro zero: dal prosciutto di Pietraroja alla stringata di Conca della Campania, dal pecorino di laticauda alla bufagella del Matese. Discreta carta dei vini, meglio ancora l’after dinner con una cinquantina di distillati. Appena trenta coperti all’interno. Ma la struttura è aperta anche ad eventi.
Santa Di Salvo
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