di Ugo Marchionne
Introduzione
Innegabilmente Sambamaki si può annoverare fra i Top Player della ristorazione nipponica a Roma. Progetto interamente fondato sulla rielaborazione dei sapori giapponesi in chiave carioca. Artefice di questa sensazione è Ricardo Takamitsu, l’asse Napoli-Roma si rinforza. Già artefice di tantissime aperture in Campania, per anni è stato allievo del maestro Ignacio Ito quando era in forza al gruppo Jap-One. Il primo Padawan, uno dei primi allievi a raggiungere la maturità ed il successo. Ricardo Takamitsu ha portato con sensibilità femminile la sua cucina giapponese in quel di Roma, conquistando con il suo piglio di lottatore di MMA e BJJ, un vastissimo riscontro di pubblico. La cucina di Ricardo è asservita alla proposta di Sambamaki, in parte incentrata su sapori nippo-brasiliani vividi, colorati ed esplosivi, in parte sulla possibilità di abbinare le proposte culinarie alla vasta selezione di Drinks e Saké presente in carta. Perché dunque Sambamaki è definito in modo unanime come un Top Player della cucina giapponese. Nel livello della città di Roma, incontrovertibilmente meno sviluppato ed espressivo di quello nipponico dell’areale urbano e provinciale della città di Napoli, a prescindere dai soliti nomi noti, Sambamaki riesce ad apportare quello streben, quella tensione di ricerca che dovrebbe animare ogni buon ristorante. Una cucina sensibilmente influenzata non tanto dalla becera volontà di fare tendenza ma soprattutto dalla voglia di trasmettere piatti sicuramente trendy, ma caratterizzati da un fortissimo pensiero.
Il menù di Ricardo Takamitsu da Sambamaki è caratterizzato da tre componenti fondamentali. Una buona materia prima, una grande fantasia ed un Omakase caratterizzato da un’inventiva sensibile e coerentemente vicendevole. I percorsi sono caratterizzati da un’intrinseca coerenza tanto sulle dorme quanto sulle componenti. Il fulcro, l’indirizzo è veramente divertente, come divertenti sono le portate di ingresso. Dal Sashimi Roll alla degustazione di crostacei, la forma del Roll veicola da un lato un trionfo di pescato e dall’altro un Tricolon di dolcezza dal Gambero alla Mazzancolla allo Scampo. Veramente ben ideato. Di gran concetto, veramente veramente ben ideata quale degustazione. Si passa poi alle polpettine di Baccalà e ad uno splendido crudo di pesce bianco leggermente marinato agli agrumi. Davvero davvero ottimo. Sakeria e Cocktail dunque, un’attenzione davvero ben riposta nella miscelazione che si esprime con punte veramente notevoli. Il lavoro fatto fino qui è sinceramente ottimo. Passo dopo passo la carta dei vini va potenziandosi, non retrocedendo mai, ma rassicurando il commensale nella scelta.
Le foto con i Ragazzi di Sala sono state da loro fortemente volute e le ho molto apprezzate, anche perché vedere tante donne in cucina fa sempre molto molto piacere. La materia prima spicca per freschezza e taglio. Vi voglio muovere dunque ad un quesito. Pensate davvero che un ristorante giapponese a Roma debba necessariamente essere un All You Can Eat o un ristorante da 200€ a persona. La cucina di Ricardo Takamitsu è la prova tangibile di come la godibilità della cucina giapponese possa essere raggiunta attraverso un menù semplice, divertente, scanzonato, che guarda alle singole portate e al percorso allo stesso modo. Con lo stesso cuore.
A due passi dalla Suprema Corte di Cassazione il Sambamaki di Via Vittoria Colonna mi ha veramente convinto e spero di ritrovare presto la squadra di Sala e Cucina sempre carica e sorridente.
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