AGGIORNAMENTO DEL 5 GENNAIO 2020
In data 2 gennaio i legali di Albert Sapere, co-curatore di 50TopPizza, hanno formalmente depositato la denuncia al Tribunale di Napoli Nord a propria tutela e del buon nome della Guida dopo il coinvlgimento nell conversazione in questione.
Approfittiamo per rendere noto che contestualmente, prima delle vacanze di Natale, sono state presentate dai tre curatori tre richieste di risarcimenti danni nei confronti di un pizzaiolo, un proprietario di una catena di locali e di un comunicatore gastronomico per frasi altamente offensive e diffamatorie nei confronti di 50 TopPizza diffuse su Facebook. Vi terremo aggiornati sull’esito delle nostre richieste.
AGGIORNAMENTO DI MARTEDì 26 NOVEMBRE 2019
Mulino Caputo conferisce mandato ai propri legali per tutelare l’azienda, il suo buon nome e la sua reputazione.
Nei giorni scorsi è circolata una conversazione registrata e diffusa illegalmente, contenente affermazioni gravemente lesive della nostra azienda, della sua onorabilità e della sua reputazione sul mercato.
Abbiamo conferito mandato ai nostri legali volto a tutelare, con ogni opportuna iniziativa in sede giudiziaria sia civile che penale, il buon nome dell’azienda e del suo rappresentante legale.
Tale azione è volta alla identificazione dei responsabili ed a sanzionare i comportamenti gravemente lesivi della nostra immagine ed a scoprire gli eventuali interessi che la hanno determinata.
La nostra azienda da sempre lavora nel mondo pizza con farine di alta qualità, naturali, che in tanti tentano di imitare. Abbiamo accompagnato lo sviluppo della pizza con passione, contribuito alla crescita della qualità come nessun altro ha mai fatto. Siamo stati protagonisti nel sostenere la richiesta all’Unesco per il riconoscimento dell’Arte del Pizzaiolo Napoletano come patrimonio immateriale dell’Umanità.
Da oltre un secolo lavoriamo a Napoli e per Napoli e portiamo con orgoglio la nostra eccellenza in tutto il mondo dove il nostro marchio è universalmente riconosciuto e identificato con la qualità della pizza napoletana.
AGGIORNAMENTO DI SABATO 23 NOVEMBRE 2019
COMUNICATO DI 50 TOP PIZZA
In relazione alle odiose registrazioni trasmesse nei giorni scorsi a decine e decine di persone attraverso whatsapp e apparse anche in un gruppo facebook in cui uno dei curatori di 50TopPizza è fantasiosamente tirato in ballo in modo falso e gravemente diffamatorio, si rende noto quanto segue
Ieri, venerdì 22 novembre, abbiamo formalmente incaricato il team legale della Guida per procedere senza guardare in faccia a nessuno contro l’autore di pesanti affermazioni totalmente prive di fondamento che non hanno alcun riscontro, sia pur minimo, con la realtà dei fatti.
Abbiamo chiesto agli stessi legali di verificare tutti gli estremi di reato e procedere risolutamente in sede civile e penale verso tutti coloro che, in varia misura, si siano resi responsabili della trasmissione di queste registrazioni calunniose e diffamatorie.
Rimandiamo, a tutela della verità, all’articolo in cui si precisano il funzionamento e i principi ispiratori della guida pubblicato da due anni sul sito di 50TopPizza dai quali mai si è derogato nel corso delle prime tre edizioni.
CLICCA SU I PRINCIPI DI 50 TOP PIZZA
Respingiamo con fermezza qualsiasi affermazione che metta minimamente in dubbio la nostra onorabilità e dichiariamo che perseguiremo fino alla fine con tutte le nostre forze e risorse e con tutti i mezzi messi a disposizione dalla legge coloro i quali, probabilmente mossi da interessi personali e di gruppo, invidie, gelosie e manifesta incapacità di relazionarsi in modo civile, hanno commesso e commetteranno odiosi reati violando altresi la libertà di espressione e di stampa garantita dalla Costituzione con violazione della privacy e della immagine.
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IL POST DEL 17 NOVEMBRE ORE 12,30
Un audio video che sputtana Salvatore Lioniello.
Ancora una volta tutto, come due anni fa, nasce nel triangolo Marcianise, Aversa, Acerra. Il cuore della Terra dei Fuochi, lì da dove nascono tutti gli storytelling sul mondo pizza. Difficile spiegare quello che è successo negli ultimi due giorni, ma il video-audio appena pubblicato da Vincenzo Pagano su Scatti di Gusto ci può aiutare perchè ha una rivelazione bomba: un’intervista ai protagonisti! Almeno a due dei tre.
Ed ecco la sequenza dei fatti così come viene raccontata da Pagano.
1-Due burloni fanno l’imitazione di Salvatore Lioniello, 29° nella classifica di 50TopPizza, pizzaiolo dell’anno per la guida Campania Mangia&Bevi del Mattino 2020. Uno è l’imitatore, un unversitario bravissimo nel riproporre le voci e l’altro, che lo interroga, Gianluca Sivo, amico di Lioniello da sempre. I due scherzano fra loro come usano spesso fare.
2-Il contenuto è evidente paradossale, si parla del Mulino Caputo di cui si mette in discussione la qualità del prodotto, di 80mila (80mila!!!!) euro pagati da Martucci per un video fatto per 50 TopPizza, di 120mila (120mila!!!) euro all’anno pagati da Franco Pepe per uffici stampa. Cifre che manco a Milano, che dico, a New York. E poi entra un pizzaiolo tranquillo, professionale. Corrado Alfano, presentato come un presuntuoso che si deve far chiamare maestro.
Tutto ovviamente paradossale tanto è esagerato e privo di senso. Ma tant’è, a Pizzorra la fantasia degli invidiosi diventa sempre realtà senza uno straccio di prova.
3-La conversazione-imitazione, avvenuta, in auto è registrata da un terzo seduto dietro, Ermenegildo Del Presto e viene mandata, per scherzo, a un pizzaiolo del triangolo Pizzorra che odia Lioniello perchè fa più pizze di lui (sì, il livello è questo) che subito abbocca.
Ha una ossessione da anni per Lioniello (“deve chiudere”). Una ossessione tipica che diventa paranoia, al punto da non capire che lo hanno preso per i fondelli.
4-Questo pizzaiolo porta queste registrazioni, sono due, di 11 secondi e 3,21 minuti che diventano magicamente dieci minuti in un video montato, a un altro pizzaiolo che inizia a mandarlo da Est a Ovest, da Sud a Nord, come prova inconfutabile del sistema corruttivo di cui Lioniello, e con lui Pepe e Martucci, beneficiano al di là di ogni ragionevole dubbio.
I due si compiacciono, dopo tanti anni, finalmente le prove inconfutabili per raggiungere almeno tre obiettivi
A-Far chiudere Lioniello o comunque infangarlo facendogli perdere la reputazione (nel video parla un dialetto stretto, incomprensibile per chi non è campano, in stile Gomorra)
B-Colpire il Mulino Caputo che è da un paio di anni il loro bersaglio preferito.
C-Buttare un po’ di fango su 50TopPizza, la vera ossessione di alcune persone, di cui tre citate in giudizio proprio in questi giorni.
Il sogno di una vita sembra realizzarsi. La prova c’è!!!
Sinora non abbiamo fatto tutti i nomi perché, supponiamo, ci siamo indagini in corso e ci atteniamo ai fatti resi pubblici.
Ma ecco la Bestia, la macchina di fango che prende forma pubblica sabato. E qua possiamo farvi vedere il volto dei protagonisti, consapevoli o inconsapevoli
1-Antonio Tammaro, in arte Lucifero sui social, lancia il tema su Facebook sabato di buon mattino condannando il gesto di registrare e diffondere di nascosto.
Sappiamo però che, al di là delle buone intenzioni del soggetto interessato, i meccanismi dei social funzionano proprio così: si butta l’argomento, poi usciranno le tesi contrapposte, come in effetti emergono sino a quando…
Ma stavolta non sono chiacchiere da salotto, è in corso un grave reato di violazione della privacy punibile da uno a sei anni.
2-Sul post di Antonio Tammaro arriva un link di questo audio video postato dal pizzaiolo Gaetano Carponi. Il post galleggia per alcuni minuti, poi viene rimosso dallo stesso Tammaro. Perchè Carponi lo fa?
3-Il link rimanda ad un gruppo di Facebook e si vede che questo audio video è stato postato da Francesco Pina Caselino. Qui galleggia per un paio d’ore, ma l’effetto valanga (commenti, condivisioni, like) non scatta. Poi viene rimosso misteriosamente.
Come ha avuto questo audio video? Perchè lo ha caricato sul gruppo?
L’aspetto comico, ma anche molto triste di questa vicenda, almeno per come è stata raccontata nel post di Vincenzo Pagano, è che tutto parte da una burla e i primi a cascarci sono proprio i pizzaioli che l’hanno diffuso!!!!
AGGIORNAMENTO
In serata il presidente dell’Associazione Mani d’Oro Attilio Albachiara a a sua volta intervistato i due protagonisti della vicenda che hanno affermato il contrario di quello che in precedenza avevano detto a Pagano, ossia che il terzo non è un imitatore, ma Lioniello in persona
Ecco il video
A questo punto il cerchio si chiude, e anche questo post viene sostanzialmente rilanciato da Antonio Tammaro che ne aveva parlato sabato mattina e che mostra di propendere più per la seconda versione dei due rispetto a quella data a Pagano.
Vi confessiamo che abbiamo scritto questo post come memo, perché la verita si saprà non prima di qualche mese.
E allora poi sarà difficile ricostruire quello che è avvenuto ora dopo ora. Oggi invece, in questo articolo, abbiamo proprio la sequenza precisa.
Seguiremo la vicenda che solo una azione giudiziaria può dipanare di fronte a due verità perché una cosa è sicura, Lioniello o non Lioniello, diffondere (non realizzare) una registrazione senza autorizzazione è un reato grave. Non mancherà alla polizia postale la possibilità di ricostruire i diversi passaggi dal punto di vista tecnico. E alla fine si conoscerà questa catena che resta comunque soprattutto una catena di grande tristezza per un mondo che dovrebbe fare competizione, non guerre infantili.
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