di Bruno Sodano
Piazza del Plebiscito, cuore di Napoli, anima di un popolo famoso per la sua creatività e generosità. A due passi c’è Monte di Dio, zona molto identitaria della città. Esattamente sulla salita che divide il Caffè Gambrinus dalla basilica di San Francesco di Paola, c’è Salotto Parthenope. Nessun nome sarebbe stato più indicato.
Unica sala, 28 posti di cui alcuni a sgabello fronte cucina, a vista, divisa dalla sala con un vetro. Ambiente confortevole e familiare. Soundtrack classicheggiante e design che valorizza quello che è il contesto del posto. Menù visibilmente napoletano. Ed è questo lo spirito con cui è stato studiato da Salvatore Iannone chef e patron del luogo. Rivisitare quelli che sono i piatti tradizionali della cultura partenopea in chiave moderna. Tecniche di cottura moderne, arricchite da particolari che mandano un segnale di qualità, sia nel servizio che nel gusto.
Circa 15 i piatti presenti in menù, esclusi i dolci. Pane produzione artigianale nelle varianti con le olive, le noci, alle patate e grissini. Una proposta di vini semplice ma godibile.
Si comincia con uno street food partenopeo rivisitato in chiave gourmet. Polenta fritta con i cicoli, frittatina con fonduta di formaggio e chips di riso con crema di peperoni e alici salate. Fritto molto buono e gusto generale appagante.
Come antipasto abbiamo scelto una frittura mista a cui abbiamo chiesto di aggiungere il baccalà. Pesce, servito in modo divertente, già spinato, pronto da gustare. Baccalà completamente dissalato, da migliorare.
I primi assaggiati sono stati due. Uno di mare ed uno di terra. Mezze maniche alla Nerano. Posizionate in modo sistemico su una crema di zucchine, zucchine fritte in superfice, arricchite da una generosa spolverata di cacioricotta del Cilento. Davvero molto buono.
Con gli spaghettoni alle vongole ho voluto rischiare. Sapore secondo aspettative. L’aglio, inserito sotto forma di crema, l’ha reso molto digeribile donando al piatto un giusto sapore. Vongole, tante e sgusciate. Primo decisamente riuscito nonostante la scelta di un formato artigianale che, per quanto di ottima qualità, rischia di cedere troppo amido per questa preparazione.
Come secondo abbiamo scelto del polipo, sedano ed olive. Proposto, in carta, come antipasto ma che ha concluso in modo leggero la cena. Cottura del polipo buona, divertente la polvere di patata viola che decorava il tutto.
I dolci finali hanno espresso in modo ottimale l’intera verve dello chef ed hanno fatto si che la cena si concludesse in modo appagante. Un limone ripieno di parfait al limone e marmellata di limone alla menta ricoperto di cioccolato bianco. Bello e fresco ed originale per quelle che sono le proposte generali.
A seguire una rivisitazione della caprese. Diversi strati alternati fra biscotto al cacao, mandole e crema al cioccolato con mandole croccanti allo zucchero. Molto buono e di buona qualità.
Costo medio generale per persona con 3 portate (bibite escluse) 40/45.00€
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