Salotto Martin Foradori Hofstatter

Pubblicato in: Eventi da raccontare

di Marina Betto

Martin Foradori Hofstatter come d’abitudine incontra gli amici della tenuta altoatesina per promuovere degli spunti di riflessione come quello di assoluta attualità sulla valutazione dell’evoluzione nel tempo di annate che sono state considerate difficili, vuoi perché particolarmente calde o fredde.

Dati alla mano analitici e storici di alcune vendemmie del passato come la 2003, 2016,1992 non rimane che testare dal vivo questi vini e giudicarli al di là delle premesse senza lasciarsi condizionare scoprendo così come sorprendentemente agisce il tempo.

Come dice Martin Foradori “I grandi vini hanno tutti un’origine ben chiara che gli viene donata dal vigneto e un buon vino non si fa quasi mai con una composizione.” Il vino non è un puzzle ma il frutto di una linea retta che parte dalla vigna dove si svolge tutto il lavoro fatto da natura e uomo poi la cantina con la minor manipolazione possibile. Kolbenhof Gewurztraminer 2003 e Konrad Oberhofer Vigna Pirchschrait 2009 sono due Gewurztraminer dall’anima longeva.

Il primo figlio di un’annata calda che ha stressato l’uva assaggiato oggi è un vino morbido con fondo mielato molto persistente dalla bella carica giallo oro con cui il tempo è stato galantuomo.

Vigna Pirchschrait 2009 riposa dieci anni sui lieviti in botti grandi di rovere e le sue note caratteristiche sono ancora verdi e di frutta, fiori e spezie in una stratificazione di profumi con bocca armonica, sapida, lunga ben integrata e finale ammandorlato ma una piena morbidezza che lo rende vino da piatti importanti e saporiti. Un vino sontuoso dedicato al nonno di Martin Foradori quel Konrad Oberhofer che negli anni “30 intuì di vinificare separatamente le uve di ogni singolo vigneto proprio per dare riconoscibilità alla vigna di provenienza contribuendo così a dare senso al termine terroir.

Michei di Michei Pinot nero 2020 è un vino d’alta montagna, Maso Michei si trova a 823m s.l.m. dove in vigna tutti i problemi si amplificano perché è più difficile intervenire dati i terreni ripidi, siamo al confine con il Parco Naturale dei Monti Lessini vicino la cittadina di Ala, eppure il sorso risulta fresco e minerale con tutte le tipologie di frutti rossi in evidenza. Altro sound per il Ludwig Barth Von Barthenau Vigna Roccolo 2016. Questo Pinot nero figlio della vigna più vecchia di Mazzon(1942) possiede una vena acida particolare ingentilita dai frutti rossi e sensazioni boschive che ne fanno un sorso fine, vellutato che sa sfidare il tempo.

Barthenau Vigna S. Urbano Pinot nero 2002 è dolce, fresco, fruttato, succoso e sapido, integrato. Ne sono rimaste pochissime bottiglie così come quelle di Villa Barthenau Vigna S. Urbano Mazzon del 1992 figlio di un’annata fresca oggi non ha perso questa sua essenza ombrosa che rilascia sentori di erbe medicamentose e lieve medicinale, frutta, un sorso coinvolgente proprio perché porta tutti questi anni sulle spalle mantenendo la finezza.

Le imprevedibili annate pongono l’accento sull’evoluzione del vino e non sempre ciò che è stato definito poco fortunato alla partenza rimane tale, celando piacevoli sorprese.

www.hofstatter.com


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